Capotreno presa a pugni da passeggero. De Corato: «Servono pattuglie di militari»

18 Gen 2020 16:53 - di Carmine Crocco

Una giovane capotreno di 25 anni è stata aggredita ieri mattina all’altezza di Seregno, su un treno della linea Rho-Como, da un passeggero senza biglietto. L’episodio è confermato da Trenord. Secondo la ricostruzione de La Provincia di Como, la capotreno è stata insultata e poi presa a pugni nel costato, nell’indifferenza generale. L’episodio sarebbe avvenuto nell’indifferenza generale dei passeggeri.

Militari sui treni, un progetto della Regione Lombardia

L’aggressione alla giovane capotreno è stata commentata con preoccupazione dall’assessore regionale lombardo alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale, Riccardo De Corato. ”Esprimo vicinanza alla donna per l’assurda aggressione subita durante il proprio lavoro. Ho più volte chiesto di inviare in pattuglia sui treni i militari che già sono impiegati nelle stazioni di molte città lombarde, ma fino ad ora dal ministero dell’Interno non è arrivata alcuna risposta. Cosa deve succedere ancora prima che le istituzioni si determinino?”.

‘Per sopperire alla carenza di uomini in divisa sui treni -dice- Regione Lombardia sta predisponendo un progetto, interloquendo con la Prefettura di Lecco, per potere impiegare sulla linea Milano-Lecco, una tra le più complesse del nostro territorio, poliziotti in pensione e carabinieri in congedo. La loro presenza sui treni sarebbe un sicuro deterrente per chi ritiene di potere aggredire impunemente controllori e capotreni, colpevoli solo di svolgere il loro lavoro. Mi preme sottolineare  che siamo vicini a questi professionisti e continueremo a lavorare per migliorare le loro condizioni di sicurezza”.

Treni diventati “terra di nessuno”

Sono in molti oggi a sostenere che siamo ormai giunti a un punto di quasi non ritorno e chi ogni giorno frequenta i treni locali per lavoro, per studio o per turismo lo sa bene. Convogli che, soprattutto nelle ore notturne ma non solo, sembrano diventati “terra di nessuno”. Dove frequentemente i ferrovieri, prime vittime, sono costretti a nascondersi nella cabina del macchinista. E dove la Polizia ferroviaria non riesce a trasformare, in positivo, quella sensazione che generalmente si avverte sul versante della sicurezza percepita.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • piero minnetti 19 Gennaio 2020

    cari ragazzi, io in canada vi dico come funziona, dalla stazione al treno ti accompagnano, e i lbiglietto gia controllato prima di salire (come aereo) il treno e’ cosa seria, chi e’ dentro vuole come cliente stare sicuro(servizio al cliente) poi dentro al treno sta controllore che fa anche prima a ssistenza medica, da voi ora le stazioni sono fantasmi , lasciate a se stesse . l’ italia e’ guasi terzo mondo in molte cose
    mi dispiace!!