Iran, Di Maio non dice l’Italia con chi sta. Di Battista prende il suo posto: «Usa vigliacchi»
A distanza di oltre 24 ore dal primo raid degli Usa in Iraq, che ha ucciso il generale iraniano Soleimani, fa sentire la sua voce il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il governo italiano, non avvisato dall’alleato Nato americano prima dell’azione di guerra, ci ha messo un po’ a capire cosa fare. E si è ritrovato nella morsa della diplomazia americana, che gli sollecitava un atto di sostegno esplicito, e gli ammonimenti di Theran. Solo dopo diverse ore dal raid, ieri, alle 13, la Farnesina aveva emesso una nota in cui invitava, genericamente, alla moderazione. Intanto, però, l’Iran tuonava, facendo parlare la sua ambasciatrice a Roma.
Per chiedere all’Italia e a tutti i paesi “desiderosi di Pace nel mondo, di contrastare simili iniziative unilaterali e contrarie al diritto internazionale, che mettono a repentaglio la stabilità regionale e mondiale” «Non vi è dubbio – ha detto l’ambasciatatore iraniano – che il silenzio di fronte a queste violenze induce Washington ad ignorare ulteriormente l’ordine internazionale. Minacciando irrimediabilmente la Pace nel mondo. È forte l’auspicio quindi che personalità e autorità politiche, organizzazioni, istituzioni e mass media italiani, in nome della legittimità dell’ordine internazionale e in opposizione all’unilateralismo americano, oppongano una chiara e ferma condanna all’azione statunitense».
Di Maio non dice l’Italia con chi sta
E Di Maio? Alle prese con il caos dei suoi Cinquestelle e gli attacchi di Di Battista, ha parlato da ministro, in prima persona, solo questa mattina. Dopo il secondo raid su Baghdad. Limitandosi a un generico appello alla pace. «Negli ultimi giorni come Italia abbiamo lanciato un forte appello al dialogo e alla responsabilità, invitando a mantenere aperti i canali con tutti gli interlocutori, evitando atti che possano avere gravi conseguenze. Ma se vogliamo essere davvero incisivi – ha aggiunto il titolare della Farnesina – l’Unione Europea deve saper parlare con una sola voce. Ed è per questo che ho apprezzato l ‘invito alla moderazione e alla de-escalation dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell». Qundi, con chi sta l’Italia? Non si sa. Anzi sì, contro l’Isis.
«In primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh. La nostra priorità è combattere Isis. Vanno intercettati e colpiti i finanziamenti alle cellule terroristiche. Bisogna accrescere la collaborazione tra Stati». Di Maio ha così proseguito su Fb sostenendo che “la comunità internazionale deve guardarsi in faccia e deve parlarsi chiaro, senza ulteriori ipocrisie”.
Di Battista si sostituisce alla Farnesina
Chi invece ha preso una posizione netta, contro gli Usa e Trump, è Alessandro Di Battista. Dopo la difesa di Paragone, irrompe anche sulla politica estera. Scrive su Facebook: «Quello a Baghdad è un raid vigliacco perché i droni sono vigliacchi. È un raid pericoloso perché il Medio Oriente è una polveriera. È un raid stupido perché ricompatterà l’opinione pubblica iraniana a sostegno del governo di Teheran». E aggiunge: «Sono passati 17 anni dall’inizio della seconda guerra del Golfo. I droni vengono telecomandati a distanza, la morte arriva dall’alto apparentemente invisibile e silenziosa. Gli interessi politici restano prioritari rispetto al diritto internazionale e alla ricerca della pace».
Di Battista; Il ruggito del topolino. Ma statte un po’ zitto che non sei nessuno
Per una volta tanto condivido quello che ha detto Di Battista
Siamo tornati indietro di 76 anni. Cassibile, 3.9.1943, un esitante e stralunato Gen. Castellano, ignorante della lingua inglese, firma a scatola chiusa, un armistizio che poi Badoglio cercherà anche di rinnegare. Oggi i rappresentanti italiani sono come quelli, gente che si presenta con il cappello in mano, che chiacchiera di politica estera e parla a vanvera di ipotesi strategiche. Poi vanno in TV e ci raccontano che stanno lavorando….ci spieghino una buona volta a cosa stanno lavorando!