Bettino Craxi al cinema. Facci stronca Hammamet: «Un film brutto. Di una noia cosmica»
Riabilitato? Offeso? Perdonato? Il giorno dopo l’anteprima di Hammamet, il film di Gianni Amelio su Bettino Craxi (da oggi nelle sale) scatta la corsa alle pagelle.
«Dio, che occasione persa. La pellicola che racconta l’esilio di Bettino Craxi a Hammamet è penosa». È una stroncatura senza appello quella di Filippo Facci dalle pagine di Libero. Reduce dalla visione del film con uno straordinario Francesco Savino nei panni dell’ex segretario del Psi, il giornalista (di simpatie craxiane) va all’attacco.
Facci stronca il film su Bettino Craxi nelle sale
«È proprio brutto, brutto oggettivamente. Tecnicamente. Di una noia cosmica, ipnotica. Incapace di catturare anche il più feticista di cose craxiane o politiche». Bettino Craxi – scrive Facci – è un personaggio storico mai nominato in tutto il film. E circondato da mezze figure mai sviluppate. E malissimo recitate. Tipo una moglie di sconcertante banalità, disinteressata a tutto. Poi una figlia nevrotica e ancillare. Un figlio ingrullito e inane. Un politico turista d’inesistente fattura.Più un’amante didascalica e da motel. E, il peggiore, un ragazzetto monocorde e improbabilissimo che trascina penosamente per tutto il film la storia di suo padre socialista. Il depressivo Antonio Cederna, che non interessa a nessuno. Come tutto ciò che non sia lui, l’innominato».
Facci, bontà sua, non trascura i pregi del film che racconta gli ultimi sei mesi di vita del leader socialista. In esilio in Tunisia. Oltre alla musica «discreta e incisiva di Nicola Piovani», c’è la «bravura impressionante» di Francesco Savino. Che «di più non poteva fare». Ma il bilancio del giornalista è drammatico. «Peccato aver sacrificato tanta professionalità in un film che, detto con rispetto, non serve veramente a un cazzo».
Stefania: «Non è un grande affresco storico-politico»
Soddisfatta solo a metà del lavoro, Stefania Craxi. Che ha visto il film sul padre per la prima volta ieri sera. «Non è un grande affresco storico-politico», dice la senatrice di Forza Italia. «È un film intenso. Che racconta una tragedia umana prima ancora che politica. E Favino ricorda gli stilemi della tragedia classica». Il vero pregio della pellicola, che ha saputo riportare «un po’ di quella tragedia», è quello di far riflettere.
«L’Italia ha cercato per molti anni di rimuovere questa grande tragedia repubblicana. Quindi rompere questo oblio è una buona cosa. Poi bisogna riflettere su cosa è successo in quegli anni. L’ingiustizia verso un uomo che non lo meritava, la distruzione di un sistema politico. Vorrei che gli italiani riflettessero».
Pillitteri: Betttino era un lottatore, mai rassegnato
Diverso il giudizio di Paolo Pillitteri, cognato dell’ex leader socialista. Che non riconosce Bettino nel protagonista di Hammamet. «Non lo ricordo così. Era un lottatore, non un uomo prossimo a morire». Però ammette che è un gran film. «Con una strepitosa interpretazione da parte di Favino. Poi ci sono delle parti lasciate un po’ in sospeso. Io so che fu Cossiga a dirgli che, insomma, aveva un po’ esagerato. Che doveva abbassare un po’ la testa per sperare di poter tornare in Italia a curarsi». Ma lui non era tipo da piegarsi».
Il regista punta al tratto psicologico, non politico
Più psicologiche che politiche le intenzioni del regista. Che consegna al pubblico il senso di compassione per uno statista dimenticato (mai nominato per tutto il film) e tradito dal suo Paese. «Non ho mai votato per il Partito Socialista o simpatizzato per Bettino Craxi quando era in vita», dice Amelio. Che non vuole ritrarre il Craxi degli anni d’oro. Più interessato al ritratto di un uomo sconfitto dopo aver esercitato un grande potere. Convinto di essere vittima di una persecuzione politica. E deciso a combattere fino alla fine.
Un film su Bettino Craxi doveva essere fatto da un bravo regista non di sinistra. Ma ve ne sono? so solo che Gianni Amelio si è riconfermato un uomo appartenente con decisione all’apparato di sinistra, anche estrema. Non era il caso che Stefania o chi per essa concedesse l’autorizzazione a girare questo film senza prima avere visionato il copione e le scene.
Bettino Craxi non è mai stato il politico da me votato ma, devo riconoscerlo, il periodo in cui lui è stato Presidente del Consiglio è stato l’unico periodo in cui sono stato fiero di essere italiano; Avevamo finalmente un Presidente, uno che si faceva sentire e rispettare nel mondo, mi sentivo come gli americani, ero difeso ovunque. Peccato che intorno a lui ci fossero tanti opportunisti, ladri e quaquaraquà. Prima e dopo di lui ogni Presidente del Consiglio è stato una delusione, una fregatura.