Addio a Giovanni Cantoni, il cattolico di destra che sapeva guardare lontano

23 Gen 2020 11:26 - di Aldo Di Lello

Il 18 gennaio scorso, all’età di 81 anni, è morto a Piacenza Giovanni Cantoni. La sua rimane una figura unica nel panorama politico-culturale italiano. Un seminatore di idee , un apologeta cattolico, un organizzatore culturale, uno scrittore finissimo, un maestro di cultura politica, un conferenziere brillante: Giovanni Cantoni era tutte queste cose insieme. Volendo cucirgli addosso una definizione, lo potremmo chiamare “apostolo della controrivoluzione”. Sottraendo però questo termine, “controrivoluzione”, all’accezione negativa che è oggi largamente diffusa.

La controrivoluzione, per come la insegnava Cantoni, non era una roba per reazionari codini o fiacchi adoratori del passato. Era metapolitica allo stato puro. Una categoria fondamentale, insieme al suo opposto, la rivoluzione, per interpretare le tendenze fondamentali di almeno due secoli e mezzo di storia, dalla Rivoluzione francese in poi. Era la categoria che permetteva di conquistare, a beneficio di chi ne avesse voglia, il senso ultimo e più alto dell’agire politico. Si tratta di un discorso valido sempre. Dagli incandescenti anni Settanta del Novecento, dominati dai pensieri forti, ai volatili anni Venti del Duemila, dominati dai (post)pensieri su Facebook e Twitter.

La nascita di Alleanza Cattolica

Cantoni era culturalmente attivo già all’età di vent’anni. Nel 1960 aderisce al “Centro per l’Ordine Civile”, promosso da Augusto Del Noce e Gianni Baget Bozzo. Subito dopo e per circa un decennio collabora sia con l’Osservatore Romano sia con il Secolo d’Italia. Collaborazione poi ripresa nel 1994 con la direzione di Gennaro Malgieri. Per il nostro giornale curò per alcuni anni il Dizionario del pensiero forte, una importante rubrica di idee che forniva strumenti preziosi per opporsi al pensiero debole e al pensiero unico allora in impetuosa diffusione nel mondo.

È nei primi anni Settanta che Cantoni  entra con forza in campo fondando Alleanza Cattolica, un’associazione politica con la prospettiva della metapolitica. E che punta a svegliare le coscienze dei tanti cattolici assopiti al canto delle sirene moderniste e cattocomuniste. Alleanza Cattolica punta soprattuto alla formazione dei giovani. E si rivelerà un lavoro particolarmente proficuo. Dai suoi ranghi usciranno docenti universitari, uomini politici, giornalisti, studiosi del grande pensiero conservatore. Basterà ricordare, tra gli altri, Massimo Introvigne, Marco Tangheroni, Alfredo Mantovano, Marco Respinti, Marco Invernizzi.

Alleanza Cattolica svolge il suo apostolato anche attraverso la rivista Cristianità e l’omonima casa editrice. Tra i testi fondamentali troviamo Rivoluzione e Contro-Rivoluzione del pensatore brasiliano Plinio Correa de Oliveira. Negli anni più duri e cupi del conformismo di sinistra, Alleanza Cattolica offre a tanti giovani di destra un’alternativa culturale, morale e, in un certo modo, anche esistenziale. Insieme con Cantoni, svolgono una preziosa opera di formazione culturale giovani e vivaci intellettuali cattolici come Roberto de Mattei e Agostino Sanfratello. Sono tempi difficili. Ma quel gruppo di giovani  apostoli della controrivoluzione  dimostra che il mondo della Tradizione è tutt’altro che finito. Basta soltanto riattivare la coscienza.

Nuove pagine di storia

Il trascorrere degli anni ha dato ragione a Cantoni e ad Alleanza Cattolica. Perché le tesi elaborate da quello straordinario think tank corrispondono oggi al nucleo forte  di una cultura che ha raggiunto dimensioni di massa. Pensiamo soltanto al Family Day, al Congresso  Mondiale delle famiglie o al successo di Radio Maria. Cantoni ha dimostrato che l’investimento nella cultura e nelle idee è il più importante degli investimenti possibili. I cui frutti maturano, sì, a lungo nel tempo. Ma in modo tale da permettere di scrivere nuove pagine di storia.

Giovanni Cantoni ci ha lasciato una mole ingente di saggi, di libri, di articoli, di iniziative politico culturali. Ci ha lasciato soprattutto un insegnamento fecondo. Che non teme l’usura del tempo e supera le mode del momento. Ci ha dimostrato in particolare la validità storica di un celebre aforisma di Joseph de Maistre: «La controrivoluzione non è una rivoluzione contraria, ma il contrario della rivoluzione». Per opporsi realmente alle forze dissolutive del nostro tempo bisogna innanzi tutto imparare a pensare.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *