Troppe tasse e burocrazia, Ricchiuti (FdI): i negozi chiudono. Nascono città fantasma popolate da disoccupati

19 Dic 2019 16:50 - di Redazione
negozi chiusi foto Ansa
Negozi che chiudono. Città fantasma. Popolazioni di disoccupati. Ed epidemie di lavori in nero. Questo lo scenario apocalittico delineato da Lino Ricchiuti, vice responsabile nazionale del dipartimento economico di Fratelli d’Italia, che sugli esercizi commerciali strangolati da costi e gabelle, non a caso dichiara: «Ogni attività che chiude genera dei fantasmi. E questo perché nella stragrande maggioranza dei casi vengono richieste somme ben al di là della capacità contributiva. Soprattutto per via delle imposte obbligatorie anche se il reddito è basso (vedi minimali INPS). O perché non si riesce a incassare fatture (vedi mancato rilascio del DURC).

Negozi che chiudono. Città fantasma. Popolazioni di disoccupati

Non solo. Nella sua amara disamina, Ricchiuti prosegue aggiungendo: «Fantasmi di ex dipendenti che, avendo perso il loro lavoro, rimarranno nell’ombra. Accettando un lavoro in nero. Fantasmi gli ex imprenditore che, inseguiti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossioni e dalle banche, lavoreranno nell’ombra pur di sopravvivere». Uno scenario apocalittico, insomma, quello descritto dal vice responsabile nazionale del dipartimento economico di FdI che anticipa e spiega l’invito alla riflessione finale.

«Chi si schiera contro una sanatoria tombale delle cartelle rifletta»…

«Rifletta – prosegue allora Ricchiuti – chi si schiera contro una sanatoria tombale delle cartelle. Fa male ai piccoli strozzati. Ma fa male anche a se stesso. Più persone sono costrette a vivere nell’ombra, maggiore sarà la concorrenza sleale verso coloro che resistono alla luce. A chi dice che non è detto che a una sanatoria corrisponda una riemersione, dico solo una cosa: non so voi, ma io non ho mai conosciuto nessuno che avendo avuto una propria attività è felice di vivere come un fantasma. E dietro questi fantasmi non dimenticatelo mai: ci sono famiglie e figli da crescere»…

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