Prescrizione, Salvini: «Voterei anche con Topolino, per non danneggiare gli italiani»

5 Dic 2019 13:27 - di Redazione
Salvini

«Spero si voti il prima possibile, spero in primavera: ogni giorno è un litigio. E siamo sempre meno credibili a livello internazionale». Dai microfoni di Sky Tg24 Matteo Salvini torna a puntare l’indice contro il governo allo sbando. Dalle bugie di Conte sul Mes al disastro combinato sull’Ilva passando per le schermaglie continue tra Pd e 5Stelle. Anche sulla prescrizione va giù pesante. Pronto a votare anche con il Pd pur di bloccare la riforma Bonafede.

Salvini: voto anche con Topolino per fermare la prescrizione

«Se c’è da votare qualcosa che eviti danni agli italiani voto anche con Topolino», risponde il leader leghista alla domanda se voterebbe con il Pd, Italia Viva e Forza Italia la riforma di Forza Italia per bloccare la nuova prescrizione, voluta dai 5Stelle. Per l’ex ministro ha senso solo con la «riforma del processo penale». «Noi votammo la riforma con il rinvio di un anno per inserirlo in un pacchetto più ampio – ricorsa Salvini – Bonafede garantì ma poi è scomparso». La tensione nella maggioranza è altissima anche su questo tema. Di Maio tiene alta la bandiera della riforma e ieri ha avvertito gli alleati del partito di Zingaretti. «La nostra riforma sulla prescrizione dal primo gennaio diventa legge, su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi per far ritornare la prescrizione come era ideata da Berlusconi, sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà», ha detto il leader pentastellato.

Sugli ultimi sviluppi per salvare l’ex Ilva, Salvini commenta lapidario: «Quello dell’ex Ilva è un potenziale, clamoroso disastro. E il governo ha dato la scusa in maniera idiota a Mittal togliendo lo scudo penale».

Anche sul Patto salva Stati, il leader del Carroccio incalza: «Non vorrei che il rinvio al 2020 sia l’escamotage per non far scannare PD e M5S. Magari fino a dopo le elezioni in Emilia Romagna».

Il proporzionale sarebbe il caos

No senza sconti anche all’accordo di maggioranza sulla legge elettorale spuntato in queste ore. Il proporzionale – dice il leader della Lega – «sarebbe il caos. Vorrebbe dire diamo il voto agli italiani e chi va al governo glielo diciamo dopo. Non penso che sia la soluzione». Identica la posizione di Fratelli d’Italia. Per Giorgia Meloni il proporzionale condannerebbe l’Italia all’ingovernabilità.

Entro Natale il governo ha annunciato che verrà trasmesso il testo della riforma. Ispirata a un proporzionale corretto. Diverse le opzioni in campo. «Si privilegia quello con un meccanismo antiframmentazione”, fa sapere il ministro D’Incà. Si ragiona su due principali varianti: con soglia nazionale (al 4 e al 5%) o con soglia circoscrizionale, cioè il cosiddetto sistema spagnolo. Quest’ultimo garantisce ai partiti in bilico di poter eleggere dei parlamentari almeno nelle grandi circoscrizioni urbane.

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