Prescrizione, il Pd si arrende a Bonafede. FI: «Zingaretti ingoia tutto pur di fare le nomine»

30 Dic 2019 12:44 - di Michele Pezza
prescrizione

È lite continua nella maggioranza giallo-rossa sulla prescrizione. Il centrodestra, tuttavia, non vuole offrire margini per distinguo all’insegna dei tatticismi e dell’ipocrisia. Se davvero il Pd vuole bloccare il testo del grillino Bonafede che di fatto congela la prescrizione – ragiona l’opposizione – non ha che da votare la proposta del forzista Enrico Costa. Diversamente, è solo un gioco delle parti destinato, per altro, a durare anche molto poco visto che il 1° gennaio la riforma diventerà legge.

L’abolizione della prescrizione in vigore dal 1° gennaio

È così destinata ad arenarsi la tortuosa proposta in materia che il Pd ha avanzato tre giorni fa. Prevede la sospensione del decorso di prescrizione fino a due anni dopo la sentenza di primo grado, estendibile fino a due anni e sei mesi. Dopo di che la prescrizione torna a decorrere nel caso il processo di appello sia concluso. Nuova sospensione (un solo anno) se ci sarà ricorso in Cassazione. «È una proposta arrivata fuori tempo massimo», taglia corto lo stesso Costa in un’intervista a Formiche. L’ex-ministro ha buon gioco nel ricordare che «il Pd ha avuto almeno tre occasioni per dare dei segnali su questo tema». Il riferimento di Costa è ai due ordini del giorno sul decreto fiscale e sulla manovra che chiedevano un rinvio dell’entrata in vigore della nuova prescrizione. Ma in entrambi i casi, ricorda, «il Pd ha votato assieme al M5S per respingere le nostre proposte».

Forza Italia: «Il Pd ha enormi responsabilità»

Contro il partito di Zingaretti si scaglia anche un altro esponente di Forza Italia, il deputato Francesco Paolo Sisto. «La vera responsabilità degli sfaceli che sta causando questo governo non è dei 5Stelle», attacca il parlamentare azzurro. I grillini, argomenta, «sappiamo bene purtroppo chi sono e come la pensano». Per Sisto il Pd è pronto ad ingoiare tutto «pur di mantenere la legittimazione a fare le prossime 500 nomine». Il deputato ne ha anche per Conte, bollato come «un parolaio che segue la tecnica del costante rinvio». Sul punto Sisto rifugge da ogni diplomazia: «Il premier – conclude – è l’espressione del momento buio che vive il Paese che va dimenticato il prima possibile portando gli italiani al voto».

 

 

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