Per Macron i guai non finiscono mai: salta la testa di Delevoye, artefice della riforma pensioni accusato dalla Le Pen
Per Emmanuel Macron i guai non finiscono mai. Gilet gialli, sindacati. Ora saltano le prime teste. Travolto dalle polemiche, Jean-Paul Delevoye, artefice della riforma delle pensioni francese, si è dimesso dal governo. Dimissioni che il presidente Emmanuel Macron ha accettato “con rincrescimento”. Lo rende noto la stampa francese. Delevoye, già ministro del centrodestra, avrebbe comunicato la sua decisione a Macron tramite lettera manoscritta. “Decidendo di lasciare il suo incarico pur di non nuocere alla riforma, applica il principio di responsabilità. Questo ritiro gli consentirà di rispondere agli interrogativi e di chiarire la situazione. Quanto a noi, continuiamo a considerare le sue dimenticanze fatte in buona fede”, commentano fonti vicine al capo dello Stato. L’Eliseo inoltre, proseguono le stesse fonti, “saluta l’impegno personale di Delevoye” nella missione che è la sua da due anni a questa parte.
Sono 16 i membri che hanno lasciato Macron
L’uscita di scena di Delevoye porta a 16 il numero delle persone che hanno lasciato il governo dall’inizio del quinquennio di Macron, un record. L’Eliseo assicura tuttavia che verrà sostituito al più presto. Negli ultimi giorni era cresciuta la pressione attorno a Jean-Paul Delevoye, alto commissario del governo francese per le pensioni. Lui fece la contestata riforma contro la quale è insorta la piazza. È accusato di aver “dimenticato” di dichiarare i diversi incarichi che ricopre. Il mandato di governo gli vieta infatti di svolgere altri incarichi remunerati. Ha anche taciuto un conflitto di interessi (i suoi legami con il mondo delle assicurazioni). Delevoye è considerato screditato da diversi leader di opposizione, come Marine Le Pen o come La France Insoumise, che ne chiedono le dimissioni. E anche all’interno di quella che viene chiamata “la macronie” si cominciano ad avvertire forti disagi. Una deputata parla “di terribile mancanza di esemplarità”, una ministra lamenta il cumulo di funzioni “governo/think tank remunerato”.
Marine Le Pen ne chiedeva da tempo la rimozione
Le Monde ha rivelato nei giorni scorsi che gli incarichi denunciati da Delevoye all’Alta Autorità non sono tre ma tredici. Il “signor pensioni” ha anche rivisto la dichiarazione delle somme percepite, tra cui i 78.408 euro netti in virtù del suo contratto di consigliere per il gruppo Igs nel 2017. Rivelazioni che arrivano nel momento sbagliato, tra gli scioperi e la presentazione del progetto di riforma delle pensioni. Le dimissioni di oggi sono il peggiore dei segnali, sottolinea una fonte vicina a Macron citata da Le Parisien. Perché Delevoye resta un pezzo chiave di questa riforma, spiegano gli analisti. Lui ha guidato da 18 mesi i colloqui e le discussioni con le parti sociali, lui lavora con Edouard Philippe per costruire l’architettura del testo, lui tiene il filo dei legami con i sindacati.