No Tav, solita guerriglia: petardi e bombe carta a Chiomonte. Denunciati 25 antagonisti (Video)

8 Dic 2019 17:16 - di Lorenza Mariani
No Tav e centri sociali guerriglia a Chiomonte

I No Tav di nuovo in marcia. Il linguaggio è quello tipico da centro sociale. Le modalità della rivendicazione sempre le stesse: incendi appiccati, lancio di bombe carte, disordine violento. Il mondo No Tav, con le sue frange antagoniste e i suoi manifestanti irruenti,  è tornato in marcia. Tutti a raccolta per ricordare i disordini del 2005 al cantiere di Venaus e ribadire il loro no alla Torino-Lione. Accanto agli antagonisti dei centri sociali, dunque. Ad aprire la manifestazione, partita da Susa e diretta proprio a Venaus, lo striscione con una scritta perentoria: “C’eravamo, ci siamo e ci saremo. Ora e sempre No Tav”, portato dai giovani della Val di Susa. Dietro di loro i gonfaloni dei Comuni della Valle con i sindaci in fascia tricolore. E ancora esponenti politici del Movimento 5 Stelle e di Rifondazione Comunista, la Fiom, una delegazione di Fridays for Future della Valsusa, Legambiente Piemonte. Eppure, con presenze insurrezionaliste e protesta violenta, l’appello climatico in difesa della valle e contro la linea dell’Alta velocità sembra passare in secondo piano…

No Tav, ieri i disordini al cantiere di Chiomonte. Oggi nuova marcia nel pomeriggio

Già ieri sera, infatti, la cronaca ha registrato i disordini avvenuti nell’area del cantiere Tav di Chiomonte, in Val di Susa. Tanto che oggi, sono già 25 le persone denunciate dalla Digos di Torino per i fatti di 24 ore fa. Così, come riporta il sito online di Repubblica Torino, «in vista della marcia in programma oggi pomeriggio, giorno in cui cade l’anniversario degli scontri di Venaus del 2005, un centinaio di persone, dopo essersi concentrate nei pressi del campo sportivo di Giaglione, hanno percorso in corteo il sentiero Gallo Romano, violando l’ordinanza del prefetto di Torino». E come se non bastasse, prosegue sempre il quotidiano diretto da Verdelli, «raggiunta la cancellata metallica posta a circa un chilometro del cantiere, alcuni manifestanti hanno ammassato della legna dandovi fuoco, con l’incendio che è stato spento grazie all’utilizzo di alcuni idranti artigianali. Subito dopo, circa 40 antagonisti con il volto coperto hanno lanciato, anche utilizzando fionde, una cinquantina di bombe carta, artifici pirotecnici e razzi con batterie multiple e pietre verso le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni». 

No Tav, la Digos individua e denuncia 25 militanti del centro sociale Askatasuna

A sommossa quasi ultimata, quindi, i manifestanti sono tornati a Giaglione, sempre percorrendo il sentiero Gallo Romano, concludendo all’incirca alle 22 di ieri sera la giornata di proteste e disordini. Culminata oggi nelle denunce da parte della Digos che ha riconosciuto tra i facinorosi 25 militanti del centro sociale Askatasuna, che verranno denunciati per avere «violato la zona rossa e procurato un incendio doloso». peraltro, come riferisce sempre Repubblica nella sua edizione torinese, «di questi, dieci saranno anche denunciati per inottemperanza al foglio di via obbligatorio dal Comune di Giaglione». Intanto le indagini vanno avanti con l’intento di trovare anche altri responsabili, la cui individuazione sarà possibile grazie alle immagini raccolte dal personale specializzato della Squadra Indagini Tecnologiche della Digos. Immagini che saranno passate al setaccio.

 

 

 

 

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