No Tav, blitz della polizia nei centri sociali violenti: 14 misure cautelari in Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna
No Tav finalmente puniti. Tra i destinatari delle 14 misure cautelari, nell’ambito dell’indagine della Polizia di Torino e coordinata dalla procura, ci sono gli storici leader di Askatasuna. Ossia Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli, entrambi in carcere, e due fra i principali referenti dell’ala più oltranzista del movimento No Tav. Oltre a sette militanti di Askatasuna nonché tre esponenti antagonisti di Modena e del centro sociale Bocciodromo. I fatti risalgono allo scorso 27 luglio quando nell’ambito del Festival dell’Alta Felicità, organizzato al presidio permanente di Venaus, si svolse un corteo e si verificarono disordini nei pressi del cantiere Tav di Chiomonte.
I No Tav lanciarono pietre contro la polizia
Un gruppo di manifestanti dopo aver raggiunto la cancellata ha abbattuto la recinzione. Mentre altri con il volto coperto dai sentieri di montagna hanno lanciato delle pietre contro le forze dell’ordine che hanno risposto con i lacrimogeni. I manifestanti, dopo aver ribaltato la cancellata, si sono diretti verso il ponte Clarea. Da qui hanno lanciato circa 50 bombe carta con delle fionde mentre circa 300 attivisti si sono avvicinati al cancello sul ponte Clarea lanciando pietre contro le forze dell’ordine. Questi ultimi con l’uso di lacrimogeni hanno disperso definitivamente i manifestanti. “Le indagini proseguono – dicono gli inquirenti – è ancora in corso l’analisi di immagini e video acquisiti in quella giornata di per evidenziare altri episodi di violenza”.
Borgonzoni plaude alle forze dell’ordine
“Congratulazioni e grazie alla polizia per l’operazione. Ha consentito di bloccare, anche a Modena, l’ala più oltranzista di no Tav, antagonisti, centri sociali, che si sono macchiati di aggressioni alle forze dell’ordine, danneggiamenti, travisamenti. La protesta violenta non fa parte del dna democratico delle nostre città, serve un cordone sanitario per isolare i violenti”. Così la candidata alla presidenza della Regione Emilia-Romagna Lucia Borgonzoni, commenta l’operazione condotta dalla Digos di Torino.
“Una risposta importante al senso di impunità dilagante”
“I 14 arresti eseguiti dalla Polizia di Stato in esecuzione ad altrettanti provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria di Torino, sono una risposta importante. Serve a porre un freno al dilagante senso di impunità che sembra riguardare gli ambiti di certe manifestazioni che rappresentano occasioni per compiere atti criminali”. Così il portavoce dell’Associazione nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti, commenta con una nota l’operazione nei confronti di esponenti anarchici del Piemonte, dell’Emilia Romagna e del Veneto.
“Non più tardi dell’8 dicembre scorso avevamo assistito a scontri, con lancio di petardi e bombe carte contro gli agenti, alla vigilia di una marcia (quella da Susa a Venaus) che si ripete da ormai 14 anni. Siamo fermamente convinti – prosegue Lacquaniti – che il principio costituzionale della manifestazione del pensiero e del dissenso sia da rispettare. Ma altrettanto fermamente ribadiamo che non è tollerabile che certe tradizioni divengano anche la puntuale occasione per attentare alla incolumità di lavoratori e poliziotti. In questo senso non possiamo che sostenere le parole del Capo della Polizia, Gabrielli, quando ricorda la necessità di perseguire quelle iniziative fondate sulla violenza”.