Nel M5S scatta la rappresaglia contro Paragone: “Continua a provocare, si dimetta”

17 Dic 2019 16:58 - di Sveva Ferri
paragone

L’arrivo di Beppe Grillo a Roma non sembra placare gli animi nel M5S. E, anzi, alla vigilia degli incontri che il “garante” terrà in serata, c’è chi formalizza le faide con messaggi espliciti e affidati a note ufficiali. Nel mirino c’è Gianluigi Paragone, che ieri ha votato contro la manovra e per gran parte della giornata ha mantenuto il massimo riserbo sul voto di fiducia al dl Fisco di oggi. Salvo poi annunciare che “certo che la voto”.

L’accusa a Paragone: “Continua a provocare”

Chiarimento arrivato quando era già stata diffusa la nota con cui il vicecapogruppo alla Camera, Riccardo Ricciardi, ne chiedeva le dimissioni. “Il senatore Gianluigi Paragone, sin dal post voto delle elezioni europee, si è allontanato dalle posizioni del Movimento 5 Stelle, e si è avvicinato sempre di più a quelle dell’opposizione”, si legge nel comunicato. “Dai nostri iscritti abbiamo ricevuto il mandato chiaro di sostenere questo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Paragone non rispetta né loro, né tutti gli altri portavoce in Parlamento che lavorano per l’esclusivo interesse dei cittadini”, ha tuonato Ricciardi, per il quale il collega del Senato “continua a provocare”.

“Perché non si dimette?”

Riccardi quindi ha ricordato che il senatore “ha votato contro la manovra che ha evitato, tra le altre cose, 23 miliardi di aumento dell’Iva, e da ultimo, è arrivato anche l’attacco al capo politico Luigi Di Maio. Perché non si dimette?”, ha quindi chiesto Riccardi, invitando Paragone a essere “coerente, almeno per una volta”. “Come aveva annunciato di fare quest’estate – è stato quindi l’invito a Paragone – lasci il Parlamento”.

Ma Paragone non ci pensa proprio

Già nella tarda serata di ieri Paragone aveva spiegato che a lasciare il M5S non ci pensava proprio. “Lasciare? Lasciare cosa? L’euro…”, aveva detto dopo aver votato no alla manovra. “No – aveva assicurato all’Adnkronos non lascio il Movimento. Non lo lascio perché sono un ortodosso del programma M5S”. Non teme che alla fine possano arrivare delle pressioni in tal senso? “In quel caso se la vedranno loro”, era stata la replica.

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