Mes, 4 ore di vertice e ancora nulla. Di Maio respinge il lodo Gualtieri. Renzi si chiama fuori
Ancora braccio di ferro nella maggioranza sul Mes. A quanto apprende l’Adnkronos, sul ring parlamentare stavolta si sono affrontati il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il responsabile degli Esteri Luigi Di Maio. Ma alla fine del match durato tutto il lungo vertice sul Mes, durato ben 4 ore sulla parte dedicata al Fondo Salva Stati il pareggio è sancito ai punti. E così il nulla di fatto. Anche se tutti sembrano ormai al tappeto… Il responsabile di via XX Settembre, spiegano fonti di governo presenti all’incontro, avrebbe chiesto il disco verde sul fondo salva Stati, pronto però ad affrontare un duro negoziato sull’Union banking.
Mes, 4 ore di vertice a vuoto. Nulla di fatto
Proposta rinviata con fermezza da Di Maio, che avrebbe parlato di un chiaro mandato assegnatogli dai suoi parlamentari, dunque convinto della necessità di dare un segnale forte e chiaro già all’Eurogruppo del 4 dicembre. Giorno in cui i ministri dell’Economia della zona euro dovranno stilare il piano definitivo sul Mes e una road map per l’unione bancaria. Non solo. Di Maio avrebbe fatto notare al ministro e alla delegazione Dem che i numeri per approvare la riforma del Mes così come è stata congegnata non ci sono. Dunque «qualcosa deve cambiare e il governo deve lasciare che sia il Parlamento a pronunciarsi».
Di Maio boccia la proposta Gualtieri ma…
Del resto, oltre a respingere la proposta Gualtieri, anche Di Maio prende tempo. «Nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento il 10 dicembre. Quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e il Parlamento dovrà approvare una risoluzione». Poi, il ministro e capo politico del M5S Luigi Di Maio aggiunge: «In generale il governo il 4 dicembre, quando parteciperà all’Eurogruppo – quindi prima del passaggio parlamentare – ragionerà in una logica di pacchetto. Che significa che per noi del M5S non esiste solo il Mes. Ma che dobbiamo valutare il Meccanismo di stabilità nell’ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c’è tanto da cambiare». Certo, aggiunge, «noi vogliamo meccanismi europei che aiutino gli Stati e non stritolino gli Stati, e quindi fino al momento in cui il Parlamento non si esprimerà nessuna decisione potrà essere presa, nessuna luce verde potrà essere accesa».