Marocchinate, scoperto il caso di Carmela V., stuprata e arsa viva. L’Anvm: “Sia fatta giustizia”

17 Dic 2019 12:11 - di Redazione
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Prima violentata e poi data alle fiamme. È il nuovo caso di violenza su una donna italiana da parte delle truppe coloniali francesi emerso grazie al lavoro dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate. Per la violenza, avvenuta a Cassino nel 1944, l’Anvm chiede ora l’intervento della magistratura per fare in modo che i colpevoli ancora in vita paghino per quell’abominio.

Su Carmela V. “un documento sconvolgente”

”Nella zona di Cassino non ci furono solo gesta eroiche legate alle famose battaglie. Abbiamo accertato che le truppe coloniali francesi si macchiarono di quattro stupri e in un caso la donna, dopo essere stata violentata, venne arsa viva dai suoi aguzzini”, ha spiegato Emiliano Ciotti, presidente nazionale dell’Anvm. A ricostruire questo nuovo caso sono stati ancora una volta i ricercatori storici dell’associazione, grazie a un particolare rinvenimento. Gli studiosi, infatti, hanno trovato nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma la lettera di un patronato, indirizzata all’Ambasciata francese e al ministero degli Esteri italiano. Nel documento si sollecita la concessione di un indennizzo a favore della figlia di tale Carmela V., fu Antonio, ”violentata e arsa viva dalle truppe marocchine di stanza a Monte Caira (Cassino)”.

L’appello alla Francia: aiuti a fare luce sulle marocchinate

”È un documento sconvolgente, che attesta una violenza terribile ai danni di una donna italiana, prima violentata e poi data alle fiamme. Durante le nostre ricerche abbiamo accertato numerosi casi di stupro, soprattutto in Sicilia, Campania, Lazio e Toscana. Ma questo è il caso più aberrante”, ha commentato Ciotti. “Credo che la magistratura debba avviare un’indagine. Gli autori – ha chiarito il presidente dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate – potrebbero essere ancora in vita e la legge italiana deve perseguirli”. “Serve la collaborazione delle autorità francesi, affinché aprano i loro archivi, se non agli studiosi italiani, almeno alla magistratura”, ha concluso Ciotti.

Commenti

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  • federico 18 Dicembre 2019

    A mio modesto avviso, il responsabile delle marocchinate ha (aveva) nome e cognome, sarebbe dovuto esser processato per Alto Tradimento, dopo che aveva fortificato fino all’inverosimile l’inutile linea Maginot, lasciando sguarnito il confine nord, da dove i tedeschi erano entrati già nella guerra 14-18 e rientreranno appunto nella WWII. E per le marocchinate avrebbe meritato un processo per crimini di guerra, invece…