Gli animalisti “linciano” il cacciatore Berlato, la sua legittima difesa non piace a sinistra

27 Dic 2019 15:00 - di Caterina Ronchieri

Riapre un dibattito antico, un post di Sergio Berlato. Vecchio quanto i referendum repubblicani degli anni ’90. Caccia sì o caccia no? Nel mondo del politicamente corretto, dove non si può più alzare il sopracciglio per non urtare la sensibilità di alcuno, Berlato pubblica una foto di se stesso mentre va a caccia.
Tutta la vicenda comincia appunto con una foto di Sergio Berlato, parlamentare europeo di Fratelli d’Italia, che il 19 dicembre pubblica sul suo profilo Facebook un momento di caccia nella quale è impegnato. Non mostra niente di particolare, non ci sono animali nè tantomeno immagini cruente. Solo un selfie sull’erba in tenuta di caccia. La foto di un momento di vacanza, di svago. Apriti cielo. Insulti di ogni genere, minacce di morte reiterate a Berlato a sua moglie e alle sue due figlie (come nello screenshot in alto). Poi arriva quella vignetta sberleffo che Berlato inserisce in un post contro gli animalisti che lo attaccano e che viene attaccata dalla sinistra perché “sessista”. La stessa sinistra che s’indigna quando qualcuno, sul web, rivolge lo stesso tipo di accuse indirizzate a Berlato a personaggi politici come Laura Boldrini

La caccia, passione di Berlato: è lecito ma non si può dire?

E’ noto, l’onorevole Berlato, per la sua passione per la natura e per la caccia. Gli animali. Legifera in materia da moltissimi anni, è un vero esperto di fauna selvatica, argomento di cui parlano in molti, ma davvero in pochi con cognizione di causa. E’ un uomo coerente, Sergio Berlato, figlio della sua terra, il Veneto, di cui rappresenta i valori e di cui porta i voti. La tutela del territorio, quella vera, non quella ideologica. Non quella dei fanatici che ti guardano inorriditi se ti avvicini a una rosticciana. La verità è che Berlato è esausto per le minacce di morte che riceve da dei fanatici, per il solo motivo che ama andare a caccia.
Non è secondario il fatto che Berlato rappresenti, in Veneto, i valori della destra tradizionale. Senza mai cambiare idea nè partito, senza mai cambiare idea per assoggettarsi all’ideologicamente corretto dell'”andare a caccia non sta bene”. Ma restando coerente con i suoi valori. E’ stato sbranato pubblicamente e minacciato di morte, e in modo tanto grave e reiterato da dover mandato ai legali. Ma di questo, oggi, sui giornali, non c’è traccia. Si parla solo della vignetta ironica, della sua difesa considerata “non legittima” dalla sinistra…

Commenti

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  • ALESSANDRO LEPRI 27 Dicembre 2019

    Viva la caccia, viva i cacciatori. Specialmente i cacciatori di sinistri; specie che andrebbe sterminata.

  • giancarlo cremonini 27 Dicembre 2019

    Un commerciante serio non si dichiara apertamente cacciatore perché fra i suoi clienti ci sono cacciatori e non cacciatori . Lo stesso vale per i politici . Va a caccia ? Se lo tenga per sé senza vantarsene sui social. E se Berlato non capisce che i cacciatori sono 600.000 e i nemici della caccia milioni allora fa danno al suo partito