Dell’Utri è nuovamente un uomo libero: ha finito di scontare la pena a sette anni di carcere
Da oggi Marcello Dell’Utri è di nuovo un uomo libero. L’ex senatore di Forza Italia ha finito di scontare la pena a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L’atto di scarcerazione era pronto da ritirare nella stazione dei carabinieri di Segrate. Ma sono poi stati i militari stessi, poco dopo le 10.30 a portarlo nell’abitazione di Milano 2. Negli ultimi tempi Marcello Dell’Utri era stato posto ai domiciliari per gravi problemi di salute. All’ingresso del palazzo si sono radunati una decina di giornalisti e fotografi tutti in attesa di sentirlo. Ma l’ex senatore non è uscito di casa. Intanto, è stata fissata per il 12 dicembre un’altra udienza. Per valutare se applicare o meno l’eventuale misura di sicurezza della libertà vigilata con le relative prescrizioni. Il fascicolo di Dell’Utri è di competenza del giudice Giulia Turri.
Dell’Utri e il processo trattativa tra Stato e mafia
Nel luglio 2018 aveva lasciato il carcere per problemi cardiaci. Dell’Utri è stato detenuto a Parma e poi a Rebibbia. Le vicende giudiziarie dell’ex manager di Publitalia, però, non si sono ancora concluse: attualmente Dell’Utri è a processo nell’appello della cosiddetta trattativa tra Stato e mafia. In primo grado è stato condannato a 12 anni di carcere. Ma, come si legge su Panorama.it, Dell’Utri non poteva né doveva essere coinvolto nel processo palermitano sulla Trattativa tra Stato e mafia. Ne sono convinti i suoi avvocati difensori.
Il ricorso a Strasburgo
Si fa riferimento all’articolo 649 del Codice di procedura penale. L’articolo prescrive che «l’imputato prosciolto o condannato con sentenza o decreto divenuti irrevocabili non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto». La difesa, si legge ancora su Panorama.it, è così certa dell’illegittimità del processo che ha presentato anche un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, a Strasburgo. Lamentando la grave violazione dei diritti di Marcello Dell’Utri.