Con la cultura si può mangiare. Lavoro per giovani e donne nel Paese più bello che c’è

1 Dic 2019 6:00 - di Francesco Storace

Se Fico si sveglia e l’assegna finalmente in commissione visto che è stata depositata addirittura a dicembre 2018; e se il Parlamento l’approva, c’è una legge ad hoc. L’ha presentata Fratelli d’Italia alla Camera con la prima firma di Andrea Delmastro. Sta nei cassetti della Camera. Se passa a quei beni abbandonato ci penseranno cooperative e/o imprese composte in maggioranza da donne o da giovani fino a 35 anni. Li potrebbero gestire al posto di chi non la fa nel pubblico, con manutenzione, spettacoli, utilizzo sociale, educativo, culturale appunto.

La legge per farlo c’è. Dipende da una volontà politica minimamente innovativa, che riesca a comprenderne i benefici.

“Solo sull’area archeologica abbiamo 4976 siti aperti (molti di questi solo un giorno alla settimana e si potrebbero potenziare) e 1500 chiusi. L’area archeologica arriva  fino all’impero romano. Mancano Medioevo, Rimascimento e a salire”, racconta Delmastro.

Delmastro: “Creare lavoro”

Parliamo di 30/50 mila addetti: tra sicurezza, guardiania, guide, accoglienza generica almeno 25 / 35 persone per sito. (Magari fosse solo per evitare certi “assalti turistici” ai nostri luoghi più belli). Se aggiungiamo tutto quello che non è ancora censito a livello nazionale ma che nel territorio è presente ed è noto alle amministrazioni locali, la cifra di chi potrebbe occuparsene sale a svariate centinaia di migliaia di unità.

Un modello di industria culturale da far elevare a capitale collettivo a partire dai micrositi e pian piano fino a dove lo Stato non riesce più a organizzarsi se non a costi altissimi. Una svolta che in prospettiva può rendere più leggera la spesa pubblica è più fruibile il patrimonio culturale. Perché sarebbe l’utenza a finanziare opere rimesse al mondo anziché lasciate marcire nel degrado….

È una proposta in cui Delmastro parla di “patto generazionale”. Tra chi? La risposta è nella relazione all’articolato: “Tra chi ha la volontà e le competenze per investire nei beni culturali del territorio e lo Stato, sempre più in difficoltà a intervenire con la dovuta tempestività nella gestione e nella valorizzazione dei beni culturali, tramite la concessione, a titolo non oneroso, dei beni che necessitano di interventi di restauro per diventare parte integrante di un progetto culturale, econo- mico e turistico sostenibile”.

E’ il modo migliore per esaltare la bellezza dell’Italia. Ed è una maniera intelligente per mettere alla prova chi vuole misurare fantasia, creatività, ingegno al servizio della nostra terra. È un pezzo di futuro nell’economia.

Commenti

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  • cecilia Lees 1 Dicembre 2019

    E’ semplicemente un’idea MERAVIGLIOSA!!!

  • maurizio pinna 1 Dicembre 2019

    Verissimo , ed è una grande idea in un momento in cui la sinistra è unicamente presa dalla paura di perdere il posto a sedere. Al contempo una riflessione che mi suggerisce lo psicologo Gustave Le Bon “L’anima di una Nazione è il frutto di un insieme di tradizioni, di idee, di sentimenti e anche di preguidizi: non ci si può e non ci si deve liberare di tutto questo”.