Addio a Mario Sossi: fu rapito dalle Br nel 1974. Giudice rigoroso e uomo di destra

6 Dic 2019 17:12 - di Carmine Crocco

Il giudice Mario Sossi è morto a Genova. Aveva 87 anni. Il suo nome è legato agli anni di puombo. Fu rapito dalle Br il 18 aprile del ’74. Un gruppo di venti terroristi  lo sequestrò la sera del 18 aprile 1974 al suo rientro a casa  a Genova. Era appena sceso dall’autobus.

Fu colpito e caricato su un’Autobianchi A 112 guidata da Alberto Franceschini. Seguito da Mara Cagol su una Fiat 128. Fu la prima, eclatante azione dei terrorsiti comunisti. Nonostante ciò, Pci e intellettuali di sinistra continuarono a lungo a parlare di “sedicenti” Brigate Rosse.

I brigatisti ce l’avevano con lui perché era il Pubblico minstero al processo al XII Ottobre. Un gruppo terroristico  genovese che avevaa ucciso un portavalori durante una rapina.

Era diventato noto all’opinione pubblica per l’inchiesta sugli scioperi negli ospedali psichiatrici di Quarto e Cogoleto. Per l’arresto di alcuni edicolanti che avevano esposto al pubblico riviste pornografiche e infine per l’arresto dell’avvocato Giambattista Lazagna sospettato di aver rubato armi ed esplosivi. Quest’ultimo verrà prosciolto in istruttoria. Durante il sequesto, Sossi fu sottoposto all'”interogatorio” del “tribunale del popolo”. Fu liberato dopo poco più di un mese. Per l’esattezza il 23 maggio. E fu liberato nonostante le autorità non avessero ceduto, pur dopo un tormentato dibattito, al ricatto brigatisa.

Mario Sossi era un uomo di destra. Da giovane aveva militato nel Fuan. Nel 2007 si candidò al Consiglio comunale di Genova per Alleanza nazionale.

“Rendo omaggio – ha detto Maurizio Gasparri-  alla memoria di Mario Sossi, valente Magistrato. Che più volte ho incontrato a Genova, nel corso di convegni e incontri pubblici. Ai quali partecipava come simbolo della storia italiana del dopo guerra. Mario Sossi fu tra le prime vittime delle Brigate rosse. Subendo un drammatico sequestro. Uomo di prima linea nell’azione di una magistratura seria e valorosa, resta un esempio che la Repubblica Italiana dovrà sempre ricordare”.

Commenti

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  • Andrea De Benedetti 7 Dicembre 2019

    Nessuno ricorda che quando il giudice Sossi fu liberato dalle brigate rosse a Milano, Lui prese subito il treno per Genova,citta` in cui lavorava, raggiunta la citta` ligure per prima cosa ando` a farsi visitare da un famoso psichiatra il quale rilascio` un certificato medico in cui si dichiarava che il magistrato era in condizioni mentali normali e non aveva nessuna turba psichica.
    Preche` il Magistrato Sossi fece questo?
    Semplice conoscendo il mondo, allora le brigare rosse venivano definite: Presunte, Cosi` dette, ecc, ecc- sapeva che il “regime”avrebbe cercato di tutto pur di sminuire o forse anche negare il racconto della sua prigionia. Solo dopo essere stato in possesso i detto certificato il giudice Sossi rese nota la fine della sua prigionia andando a parlare con i suoi colleghi .

  • maurizio pinna 6 Dicembre 2019

    Nella primavera del 1974 Mario SOSSI era un magistrato impegnato nella lotta contro le BR, come ben ricorda l’estensore dell’ articolo, quando venne rapito per scambiarlo con la liberazione di 8 criminali brigatisti. La trattativa sembrava essere ad un buon punto, ma il Procuratore Capo di Genova, Francesco Coco non cedette e non liberò gli ostaggi. La reazione delle BR fu immediata, un gruppo di gappisti rossi uccise lui e la sua scorta, il poliziotto Saponara e il carabiniere Deiana. Sono passati 75 anni e oggi pochi si ricordano di loro, mentre gli ex brigatisti scrivono libri enfaticamente presentati dai radical e vengono invitati nelle scuole per insegnare che i terroristi delle BR sono stati semplicemente e puramente dei “liberatori” .