Veleni, dossier e defezioni: la convention per rilanciare il Pd parte già azzoppata
L’intento dichiarato è quello di scrivere “Tutta un’altra storia”. Ma la tre giorni per il rilancio del Pd, che si apre oggi a Bologna, parte decisamente sotto auspici poco propizi. A scoperchiare quello che promette di essere un vaso di Pandora è stato un gruppo di membri calabresi dell’Assemblea nazionale del partito. Tutti eletti, tra l’altro, con la mozione Zingaretti. I “ribelli”, che sostengono la ricandidatura del governatore uscente Mario Oliverio alle regionali, hanno lanciato accuse pesantissime contro il partito, avvertendo che per questo non saranno a Bologna.
Il Pd contro il Pd: i dem alla faida interna
“È da mesi che abbiamo chiesto, in ogni forma e in ogni modo, un confronto e una discussione larga e democratica sulle prossime regionali. Con stupefazione, invece, abbiamo dovuto assistere ad un articolo di stampa in cui si è fatto veicolare (senza altra evidenza pubblica) un sondaggio Swg (sembrerebbe commissionato dal Pd nazionale) mirato ad azzoppare (senza alcun senso politico) una esperienza di governo regionale guidata da un presidente dirigente dello stesso Pd”, hanno denunciato i dirigenti Domenico Fortugno, Angela Martino, Carmen Latella, Maria Canduci, Luigi Guglielmelli, Eleonora Ienaro, Carmine Quercia, Pino Capalbo, Enzo Bruno e Simona Mancuso in una lettera indirizzata a Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni.
Il territorio sacrificato in nome del governo giallo-rosso
“Mai – hanno sottolineato – si era visto in oltre 70 anni di Repubblica un partito che commissiona sondaggi per fare epurazione. E abbattere rappresentanti istituzionali del proprio stesso partito”. I dirigenti calabresi, inoltre, nella lettera hanno ribadito che la questione non è meramente locale. Sui “modi e metodi” in vista delle regionali calabresi, infatti, si era svolto un ampio dibattito che aveva coinvolto anche la segreteria nazionale. Ma “dopo la caduta del governo nazionale abbiamo assistito ad una rincorsa verso il Movimento 5 Stelle”. “Tutto ciò – hanno proseguito – è avvenuto attraverso una sospensione delle regole statutarie e in nome dell’interesse supremo ovvero il sostegno alla maggioranza parlamentare del governo nazionale“. È grave che questa posizione si sia manifestata quasi come uno sbeffeggiamento nei confronti della coalizione di centrosinistra che è già da tempo in campo”, hanno concluso, chiedendo quindi a Zingaretti di recarsi in Calabria per un incontro chiarificatore.
sempre peggio, il partito non vuole capire.