«Vabbè, spariamogli»: Diabolik, fiumi di droga e picchiatori al recupero crediti. Così operava il clan di nacos

28 Nov 2019 17:50 - di Redazione
Clan Narcos foto Adnkronos

Narcos a Roma: 51 arresti. Maxi operazione contro pusher e narcotraffico. Sono stati 400 i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma impegnati a eseguire, con il supporto di elicotteri e unità cinofile, nel Lazio, in Calabria e in Sicilia, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip. Eseguito su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di 51 persone (50 in carcere e 1 ai domiciliari) appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Clan di narcos organizzati, in grado di rifornire gran parte delle “piazze di spaccio” dei quartieri della Capitale. E che aveva costituito una “batteria di picchiatori” appositamente incaricati di attività estorsive per il recupero dei crediti, mediante l’impiego della violenza.

Smantellato clan di narcos: maxi operazione contro la droga

Secondo quanto si apprende dalla Adnkronos, anche il nome di Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”, storico capo degli “Irriducibili”, ucciso il 7 agosto scorso con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti a Roma, tra gli indagati. Il sodalizio smantellato con l’operazione “Grande Raccordo Criminale”, «era capeggiato da Piscitelli e da Fabrizio Fabietti». Per Fabrizio Fabietti, insieme a Piscitelli alias ritenuto a capo dell’organizzazione di narcos smantellata, e ad altri sei indagati, la procura ha chiesto l’aggravante del metodo mafioso. È quanto emerge dall’ordinanza del Gip che ha portato agli arresti. Il Gip tuttavia l’ha esclusa «reputando impropri i richiami al “capitale criminale acquisito” a giustificazione della ritenuta esistenza della contestata aggravante».

L’inchiesta sui narcos romani, le intercettazioni

Le intercettazioni. Il gruppo operava principalmente nella zona di Roma Nord per fornire le piazze di spaccio e recupero crediti. Nell’organizzazione erano presenti per quest’ultimo aspetto picchiatori, anche ex pugili, tra cui alcuni cittadini albanesi. «Vabbé, spariamogli, che dobbiamo fare?», diceva la banda che si occupava della riscossione crediti. «Oh, gli ho preparato una macchina. Li massacriamo tutti eh…» dicevano intercettati, secondo quanto emerso dalle indagini. Inoltre, secondo quanto emerge dall’ordinanza del Gip, uno degli indagati forniva all’organizzazione «dispositivi telefonici dotati di un particolare sistema di comunicazione telematica criptata. Ossia non intercettabili dagli attuali sistema in uso alle forze di polizia. Da utilizzare per le comunicazioni riservate relative al narcotraffico». Tra gli arrestati, anche esponenti del mondo ultras laziale.  

Gli stupefacenti occultati ovunque

Gli stupefacenti. Trovati «dodici kg di sostanza stupefacente del tipo cocaina, di cui sei chili contraddistinti dal marchio “scorpione”, nascosti «nei locali di una società di logistica», emerge ancora dall’ordinanza. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno inoltre sequestrato oltre 640 kg di hashish «occultati all’interno di un autoarticolato» condotto da un corriere. Ma nel complesso delle indagini – svolte nel periodo febbraio-novembre 2018 – è stata ricostruita una compravendita di 250 chili di cocaina e 4.250 chili di hashish. Per un valore complessivo stimato al dettaglio di circa 120 milioni di euro. L’associazione poteva contare su un flusso costante di droga proveniente dal Sud America (cocaina da Colombia e Brasile) e dal Nord Africa (hashish dal Marocco), garantito da fornitori abituali.

Narcotrafficanti, una rete che coinvolge anche insospettabili

«Si tratta di un gruppo che non ha eguali in altre città italiane, un gruppo che operava a Roma Nord e che coinvolge criminalità sportiva, politica e narcotraffico. Tutto ruotava attorno a Piscitelli», ha detto il procuratore facente funzioni di Roma, Michele Prestipino. «Per l’approvvigionamento di droga sono coinvolti soggetti in contatto con clan di ‘ndrangheta. Soggetti che controllano la rete dei grandi grossisti. Tra questi spicca il nome di Piscitelli – ha spiegato – che era indagato prima di essere ucciso. C’erano soggetti che gli erano più vicini e altri che svolgevano attività di garanzia». «Questa operazione, ha concluso la Procura, ci permette di squarciare il velo rispetto al traffico di stupefacenti sulla piazza di Roma. Si tratta di un’indagine trasversale multi-livelli che ci permette di ricostruire in modo verticale come funziona lo spaccio in una piazza come Roma».

 

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