Scontro tra Barbara Lezzi e Conte. La grillina è furibonda: «Lo scudo penale? Scordatelo»
Barbara Lezzi furibonda con Giuseppe Conte. A quanto apprende l’Adnkronos, lo scontro tra il premier e la senatrice pugliese è avvenuto questa mattina a Palazzo Chigi durante la riunione sull’ex Ilva. Riunione alla quale hanno preso parte i ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e Federico D’Incà e i parlamentari tarantini del M5S. La senatrice leccese è la prima firmataria della norma che ha tolto l’immunità penale ad Arcelor Mittal, inducendo il gruppo anglo-indiano a minacciare di abbandonare l’Italia con il risultato di lasciare a casa circa 20mila lavoratori (compreso l’indotto).
Barbara Lezzi: «Non lo voterò mai»
Durante la riunione a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha tentato di ragionare sulla possibilità di reinserire lo scudo penale, «così da togliere ogni alibi – avrebbe spiegato il premier ai presenti – ad AncelorMittal. Anche in vista della battaglia legale che ci attende». Ma Lezzi, già ministra nel primo governo Conte, sarebbe stata fermissima sul punto: «Non lo voterò mai, puoi scordartelo». Lo scontro è stato descritto come molto duro. Tanto da indurre il premier a chiedere a Lezzi come faccia a non capire le ragioni dietro le quali si muove il governo, pronto a battere ogni strada pur di risolvere la situazione di Taranto.
Scontro con Conte, polemiche tra i 5S
Le distanze sullo scudo penale sono state registrate anche nel corso della riunione di ieri tra i deputati M5S. Con Nunzio Angiola, da un lato, che ha spiegato ai colleghi la sua posizione favorevole allo scudo. Mentre altri colleghi sono pronti a far valere le loro ragioni, decisamente contrarie. In particolare, a scagliarsi contro Angiola sarebbero stati Giovanni Vianello e Gianpaolo Cassese.
Intanto, è stato depositato l’atto di citazione che ArcelorMittal ha indirizzato ai commissari straordinari. E con cui si chiede di recedere dal contratto di affitto dell’ex Ilva. A questo punto la causa verrà iscritta a ruolo, trasmessa alla sezione specializzata imprese del tribunale di Milano che poi l’assegnerà al giudice. Solo allora il titolare del fascicolo provvederà a fissare la prima udienza della causa.
In particolare ArcelorMittal chiede in via principale di «accertare e dichiarare l’efficacia del diritto di recesso». E in subordine di dichiarare che lo stesso «si è risolto per sopravvenuta impossibilità» essendo venuto meno un requisito essenziale del contratto stesso.
NOMEN OMEN: Il fatto è – a mio parere – che la donna (NON signora-ina) Barbara LEZZI si è montata la testa, da quel che era a quel che è. Per cui, forse dovrebbe cominciare a ridimensionarsi e – pensando che dopotutto è UNA persona sola invece che più d’una – potrebbe cambiare il suo cognome al singolare, così passando da Lezzi a LezzO (ripeto LezzO). Così, tanto per solleticare il nostro naso.
Come diceva Giovenale: “””Càstigat ridendo mores”””.
Saluti. Luigi.