Repubblica ricomincia con l’odio e una rubrica per la caccia all’uomo. Intitolatela “Le Iene”

26 Nov 2019 6:00 - di Francesco Storace

Triste, molto triste, questa Repubblica delle Banane che la mattina andrà in edicola oppure online per una specie di caccia all’uomo. Già, perché qualunque comportamento – o affermazione – politicamente scorretto per loro è sinonimo di fascismo, razzismo, antisemitismo e pure sessismo. Come quelle uova lanciate all’atleta di colore in Piemonte. O il maestro che mise in castigo il bimbetto di colore a scuola. Gridarono alle forze oscure della reazione in agguato, quelli di Repubblica e non solo, salvo poi darsela a gambe levate quando si scoprì che il lanciatore di uova era figlio di un consigliere Pd e il maestro di Foligno un compagno…

La grancassa mattutina di Repubblica

Ormai il Pd resta con la testa al secolo scorso, come ripete in una cantilena stonata Nicola Zingaretti nel suo ridicolo parallelismo tra questi anni Venti in arrivo e quelli del Novecento. E Repubblica prepara la grancassa mattutina. Ma a Berizzi non capiterà mai di veder piovere pietre nel campo rosso, di fare una bella inchiesta sulle strade intitolate a Palmiro Togliatti – o quella dedicata a Stalingrado a Bologna… – tanto per spiegare che cosa deve cominciare a discendere dalla mozione approvata dal Parlamento Europeo sulle atrocità del comunismo. E sulle complicità che ne favorirono – o ci provarono – l’espansione.

Quello di Repubblica è l’ennesimo tentativo di avvelenare la democrazia italiana. Lo stesso titolo della rubrica annunciata da Berizzi,  “Piovono pietre”, è devastante, sobillatore, istigatore. Ne avverte il bisogno solo chi ha disperato bisogno di un clima sempiterno di guerra civile. Perché non sanno che cosa dire alla gente. Chissà come commenterebbero una nostra rubrica quotidiana – qui, sul Secolo d’Italia – sulle violenze dei migranti… La intitoliamo “Volano coltelli”? Oppure semplicemente “Oseghale”?

Tra l’altro, a Repubblica hanno copiato il titolo da un’altra rubrica, curata da Alessandro Robecchi sul Fatto. Se vogliono un suggerimento per uno più confacente glielo forniamo volentieri: “Le Iene”.

Commenti

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  • Francesco Ciccarelli 26 Novembre 2019

    Lasciamoli cuocere nel proprio brodo. Le prossime elezioni saranno come la “marcia dei quarantamila”.

  • ADRIANO AGOSTINI 26 Novembre 2019

    Non capiscono l’enorme responsabilità che si prende Repubblica e i suoi accoliti. Eppure dovrebbero ricordare molto bene gli eccidi di D’Antona e Biagi scatenati dal loro odio. Se dovesse mai succedere qualcosa i VERI RESPONSABILI SONO LORO.

  • Cecconi 26 Novembre 2019

    Storace,

    questa iniziativa è parte della strategia studiata dall’intera sinistra che via via si sta dispiegando sempre più rapidamente in conseguenza della pubblicazione dei vari sondaggi che premiano la coalizione di centro destra con oltre il 51%, quello di SWG, pur con la quasi totalità dei media che continuano a martellare a reti unificate, carta stampata e reti televisive, denigrando e demonizzando in qualsiasi modo persino con falsità mostruose. Tale demonizzazione va comunque ricordato che è iniziata circa 6/9 mesi prima delle elezioni dello scorso anno in modo strisciante e subdolo come loro fanno da sempre e man mano con sempre maggiore intensità.

    Quindi si prepari pure a dover scrivere editoriali anche molto duri in risposta agli attacchi che riceveremo con sempre maggiore violenza. Anzi, sono pronto a scommettere che stanno ricercando il morto per poi addossare la colpa alla nostra coalizione. Giorgia sia ieri sera che questa mattina ha riportato un pezzo del documento ufficiale delle c.d. “sardine”. Sono rimasto basito per la violenza espressa verso di noi. Ma è stata solo Giorgia ad averlo fatto perché come sempre è la più preparata. E dire che quel c.d. movimento è stato salutato, sempre a reti unificate, come il movimento dell’amore contro l’odio. Odio ovviamente rappresentato dalla nostra coalizione secondo quelle teste bacate della sinistra e dei loro plauditores sempre alla ricerca di un padrone da servire.

    Mi creda a questo punto c’è da averci davvero paura di questo stato di cose che considero a tutti gli effetti l’inizio di un vero e proprio tentativo di colpo di stato.

  • rino 26 Novembre 2019

    Noo, ma loro sono i democratici! Sono buoni e soprattutto hanno le certezze, prima di tutte quella di fare le cose giuste, come quei terroristi che si fanno esplodere e ammazzano gli innocenti. D’altra parte, i palestinesi terroristi e simili, sono stati sempre loro compagni fin dal tempo dei compagni comunisti, perché tutti filo russi.
    Ora le sardine si muovono perché quei giovani, impiegati nelle coperative dell’accoglienza agli stranieri, sentono in pericolo il loro posto di lavoro se passa la politica della destra.
    Ormai è stata privatizzata, dai tempi di Amato, Prodi e D’Alema, anche l’assistenza, facendo cooperative per assumere fedeli sostenitori. Tutte le amministrazioni di sinistra hanno approfittato di questo, anche le società che gestiscono le strisce blu sono servite per assumere centinaia di ex parcheggiatori abusivi e amici degli amici, attacchinari ecc.
    Se la destra non vuol percorrere la stessa strada, dopo il goffo tentativo di Alemanno, almeno renda pubblica questa porcheria e spieghi cosa c’è dietro sardine e “antifascismo”.

  • Carlo Cervini 26 Novembre 2019

    I comunisti-leninisti-stalinisti si sono un pò rammolliti, la caccia all’uomo non è mai finita dal 1944/45, prima le pseudo brigate garibaldine, poi la volante rossa, poi le brigate rosse, poi il ‘ 68 per mettere le mani sulla cultura, la scuola e l’università, poi i processi mediatici agli avversari, adesso l’anti fascismo militante condito da pacifismo ed ecologia. Loro devono odiare chi la pensa diversamente ed eliminarlo con tutti i mezzi possibili……………e la chiamano democrazia, si dei gulag e del ladrocinio fiscale!

  • Mauro Collavini 26 Novembre 2019

    Credo sia un onore far parte di coloro che le BR vorrebbero eliminare. Questo giornalista del cavolo invece starebbe bene a lavorare nelle miniere. Oggigorno, dove c’è invece tanto bisogno di confronto di idee diverse non si può utilizzare un gornale per dividere a screditare coloro che hanno idee diverse. Comunque la Repubblica è sempre stata il giornale dei servi e degli stupidi.

  • maurizio pinna 26 Novembre 2019

    La tecnica, applicata con successo nella Spagna anarco-comunista degli anni 30, è quella di martellare sistematicamente il nemico politico fino a dare il là a un gruppo di fuoco rosso che lo elimina, meglio poi se qualche politico ci dà dentro, di quei politici che piuttosto che battere il nemico nel fare, lo surclassano nel distruggere, comprese le vite degli altri. Primo della serie fu Luigi Calabresi, indicato dalla Pravda italiana, come il boia, così veniva chiamato, dell’anarchico Pinelli e di averlo personalmente spinto giù da una finestra della Questura. Poi altri a seguire, fino alla scia di sangue di Mani Pulite. In compenso silenzio assoluto sui compagni di merende: Bibbiano è solo una ridente cittadina emiliana, Battisti primo attore in un gruppo di fuoco di avanguardia operaia è un compagno che ha sbagliato ma si è redento sulle spiagge di Copacabana e Ovidio Bompressi gruppo di fuoco che assassinò Calabresi, graziato a furor di Pravda come primo atto da un ex compagno Presidente. Così si campa in questo sciagurato autunno giacobino, dove le tasse fioccano come pallottole e i preti invocano piazzale Loreto cantando “Bella Ciao”.