Racket dei minimarket in mano ai bengalesi, Lollobrigida (FdI): il governo intervenga. E annuncia un’interrogazione
24 Nov 2019 18:09 - di Redazione
«Quanto divulgato sul web da Repubblica sul modus operandi di alcuni gestori di minimarket appartenenti alla comunità bengalese a Roma impone un’indagine seria e una risposta rigorosa da parte del governo». Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, a proposito di una esclusiva di Repubblica.it. Il quotidiano diretto da Verdelli, infatti, ha intervistato un bengalese residente nella capitale. Il quale ha raccontato i meccanismi che regolano il racket dei mini market a Roma.
Roma, racket dei minimarket in mano ai bengalesi
«Sapevamo già che il circuito di questi negozi fosse nel pieno dell’illegalità. E nel silenzio generale Fratelli d’Italia lo denuncia da sempre. Ma se quanto rivelato da Repubblica fosse vero ci troveremmo di fronte a una vera e propria rete di malaffare organizzato che opera del tutto indisturbato, danneggiando anche i piccoli commercianti onesti che lavorano e pagano le tasse allo Stato. Da dove provengono i fondi che finanziano le aperture di questi esercizi? Come ottengono le licenze e i permessi? Come mai vendono indisturbati bevande alcoliche al di fuori dell’orario previsto per legge e spesso a prezzi sleali»? Si chiede Lollobrigida. Ma soprattutto, incalza, «come mai non ci sono i dovuti controlli da parte delle autorità competenti, trattandosi anche di locali per lo più non a norma»?
Lollobrigida (fdI): stiamo per presentare un’interrogazione urgente
Stiamo per depositare una interrogazione urgente al governo al quale porremo tutti questi interrogativi. Con l’auspicio che possa presto attivarsi per riportare la legalità a Roma e in tutte le altre città nelle quali il racket dei mini market ha preso piede. Basterebbe iniziare dalla proposta di Fratelli d’Italia: gli stranieri che volessero aprire una attività in Italia, depositino allo Stato 30.000 euro di cauzione dai quali via via scalare le tasse dovute», conclude Lollobrigida. sarebbe un primo passo per la legalizzazione di un sistema che, come riporta Repubblica nel suo servizio, «dai prestiti in nero ai rapporti con la politica», opera nel sommerso con meccanismi illeciti tipici del racket…
Nel fabbricato dove abito da qualche tempo ha aperto uno di questi negoz (l'”ennesimo”!), nella specie una macelleria “islamica”. Paga un affitto sicuramente superiore ai 1000 euro, riceve merce in mezzo alla strada con pezzi di carne trasportati da furgoni che non sembrano il massimo dell’igiene e che attraversano la strada dentro “bagnarole” in plastica ancora sanguinolenti. Di sera e chissà fino a quale ora nel negozio (20/30 mq) si riuniscono “in costume”….8, 9 e più uomini e seduti non è ben chiaro cosa facciano, tenendo conto che in taluni casi la serranda del negozio è anche abbassata ma con la luce accesa dentro…
Insomma, ma ci sarà mai qualcuno che controlla sia la sicurezza di quanto da questi spadroneggianti “..poveri migranti” venduto sia per ragioni di ordine pubblico cosa si dicono… siamo sempre più estranei in quella che un tempo, non più di dieci anni fa, era casa nostra….