Pensioni di vecchiaia, il requisito sarà di 67 anni anche nel 2021. La speranza di vita non cresce

15 Nov 2019 16:40 - di Redazione

Non si muove il requisito anagrafico per andare in pensione di vecchiaia. È  una buona notizia per alcuni. Anche se riflette il fatto che la speranza di vita non cresce. E così il requisito per l’accesso alla pensione di vecchiaia resta fissato a 67 anni anche nel biennio 2021-2022. Come è adesso.

Il passaggio, necessario da quando il nostro sistema pensionistico si è adattato alla speranza di vita, è stato messo nero su bianco dal decreto del ministero dell’Economia. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: “Dal 1° gennaio 2021 i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici non sono ulteriormente incrementati”.

L’aumento della speranza di vita a 65 anni infatti, è di 0,021 decimi di anno. “Trasformato in dodicesimi di anno equivale ad una variazione di 0,025.  Che, a sua volta arrotondato in mesi, corrisponde ad una variazione pari a 0”.

Essendo gli adeguamenti biennali, il livello fissato resterà tale anche per tutto il 2022. Solo dopo potrà scattare un nuovo adeguamento, che in ogni caso non può superare i 3 mesi alla volta (quindi si potrà salire nel 2023 al massimo a 67 anni e 3 mesi).

Per la pensione di vecchiaia è necessario che siano stati versati almeno 20 anni di contributi. Chi è in regime contributivo (carriera lavorativa avviata dopo il 1996), per andare in pensione di vecchiaia è necessario avere un trattamento pari a una volta e mezzo il minimo.

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