Pamela, i fiori del Cis nel giorno in cui si ricordano le donne vittime di violenza

25 Nov 2019 13:34 - di Redazione

Fiori per Pamela Mastropietro nel giorno in cui si riflette sulla violenza contro le donne. Una delegazione del comitato “Donne 7 marzo”, del C.I.S. e del coordinamento “Roma sud” ha portato un mazzo di fiori sulla targa che ricorda la giovane.
In piazza Re di Roma, ad accogliere la delegazione c’erano la mamma e la nonna di Pamela e l’avvocato Marco Verni, difensore della famiglia.
Domenico Gramazio e Nicola Franco che guidavano la delegazione hanno inteso così ricordare le tante donne uccise ed hanno confermato l’impegno nella difesa delle donne contro ogni tipo di violenza. Presenti per l’omaggio  anche Matilde Cinti e Antonella Ambrosioni.

Per l’omicidio di Pamela di recente c’è stata la condanna all’ergastolo in primo grado per il nigeriano Innocent Oseghale. Pochi giorni fa le motivazioni della sentenza. Dalle carte emergono particolari agghiaccianti sulla ferocia dell’assassino.

Pamela, ergastolo a Oseghale

Oseghale, è la convinzione della Corte, ha ucciso volontariamente Pamela dopo avere “abusato delle sue condizioni di inferiorità, sicuramente fisica” tanto da avere con lei un “frettoloso rapporto non protetto”. A seguito del quale nell’uomo è sorto il timore che Pamela, “una volta ripresasi”, uscisse dalla sua abitazione per andare a denunciarlo. Per questo uccise la ragazza “con freddezza disumana”, facendo scempio del cadavere. Oseghale si recò poi tranquillamente a svolgere il suo lavoro di pusher. I difensori del nigeriano hanno annunciato ricorso in Corte d’Assise.

La famiglia di Pamela ha accolto il verdetto con soddisfazione. Tuttavia la mamma di Pamela ha commentato: “Adesso tocca ai complici!”. Evidentemente non crede che Oseghale abbia fatto tutto da solo.

Al di là del nudo dato di cronaca, l’omicidio di Pamela è davvero un triste e lacerante simbolo della violenza disumana che si accanisce sulle donne. Un simbolo purtroppo trascurato dall’ideologia di sinistra, che preferisce un’altra narrazione. Quella secondo cui le violenze contro le donne avvengono solo in famiglia, ad opera di maschi possessivi e aggressivi.

 

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