Occhionero e quei messaggi che evocano il boss: “Non dire mai che siamo contro San Matteo”

5 Nov 2019 13:53 - di Redazione
Nicosia Occhionero

Giuseppina Occhionero, deputata di Italia viva, sarà ascoltata oggi dai pm della dda di Palermo. Dovrà chiarire alcuni punti nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del suo ex assistente Antonello Nicosia, accusato di associazione mafiosa.

Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe usato il suo ruolo di assistente per potere entrare nelle carceri e fare da ‘messaggero’ con i boss detenuti. In una intercettazione, Nicosia chiama il boss latitante Matteo Messina Denaro ‘il primo ministro’ mentre in un’altra dice che Falcone è morto in un “incidente di lavoro”. La deputata, eletta con Leu dovrà riferire appunto ai magistrati dei suoi rapporti con Antonello Nicosia.

Occhionero ha detto di essere stata ingannata dal curriculum di Nicosia ma il Corriere della sera pubblica oggi alcuni messaggi vocali inviati da Nicosia alla deputata in cui si fa riferimento al boss Matteo Messina Denaro. Messaggi sui quali la deputata passata con Renzi dovrà fare chiarezza. “Noi preghiamo San Matteo… tutti i Matteo… quelli buoni e quelli cattivi… San Matteo proteggici… Onorevole Occhionero… mai, mai si deve dire che siamo stati contro San Matteo, non si può sapere mai…Per ora c’è San Matteo che comanda e noi siamo, preghiamo San Matteo… grazie San Matteo per quello che ci dai tutti i giorni… grazie…”.

Nicosia, in qualità di assistente parlamentare, entrava nelle carceri e riusciva a parlare anche con i detenuti del 41 bis, tra cui Santo sacco, uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro. Una circostanza della quale Nicosia mette al corrente la Occhionero  parlando di una lettera su carta intestata della Camera dei deputati direttamente a Santo Sacco. Alla notizia segue un botta e risposta tra i due: “Bravo!” si congratula lei, mentre Nicosia prosegue nel suo racconto: “Con la firma sotto perché ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole…e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata”. Un punto, questo, sul quale certamente si concentreranno le domande dei magistrati.

 

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