Mara Carfagna e i suoi preparano la “bomba”: «In settimana vedrete che succederà»

12 Nov 2019 9:43 - di Massimo Baiocchi
Mara Carfagna

Forza Italia resta in subbuglio. I mal di pancia si intensificano nell’area che fa capo a Mara Carfagna, che morde il freno dopo la cena ad Arcore tra Silvio Berlusconi e la vicepresidente della Camera. Fra i parlamentari a lei più vicini c’è chi assicura che il dado è tratto e che a metà settimana «qualcosa succederà».

Non ne vede l’ora un senatore come Massimo Mallegni che all’Adnkronos nega che si possa ipotizzare una “Forza Italia Viva”. Ma sottolinea che il problema è che Fi «non sa cos’è e cosa vuole» e nessuno sembra reagire al calo di consensi drenati a destra, dal “sovran-populismo di Meloni e Salvini”. Uno stato dell’arte che potrebbe portare all’addio di un paio di parlamentari (alcuni boatos indicherebbero come “maturi” Deborah Bergamini e Davide Bendinelli).

Sempre da palazzo Madama, Maurizio Gasparri sembra gettare acqua sul fuoco: «Mara Carfagna non può andare con Renzi, lei è una berlusconiana. Molti di noi hanno incontrato Berlusconi nel corso della nostra vita politica. Lei invece è una berlusconiana nativa».

Dalla Campania, attraverso Il Mattino, arriva il “grido di dolore” di Sandra Lonardo. «Silvio», dice, «noi restiamo al tuo fianco ma ti vogliamo combattivo come sei sempre stato, non remissivo, hai una storia da difendere… nessuno andrà via da Forza Italia. Solo che non vogliamo morire leghisti».

Annagrazia Calabria, anche lei berlusconiana “nativa”, risponde con riluttanza. Ma esordisce con un principio: «La linea la dà Silvio Berlusconi, che è il nostro leader». Fa capire di non sentire sudditanza alcuna nei confronti degli alleati, Lega in primis ma non punta il dito contro nessuno.

«Forza Italia – dice all’Adnkronos – ha tenuto una linea chiara di posizionamento politico. E’ saldamente nel centrodestra da quando ha visto la luce, nel 1994. Ora, penso che la discussione deve esserci, deve essere costruttiva ma deve rimanere nel perimetro dei valori fondamentali del nostro partito che si radicano nel centrodestra».

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