Manovra, arrivano nuove tasse per oltre sei miliardi di euro. La plastic tax fa la parte del leone

9 Nov 2019 18:48 - di Redazione
Imu

Manovra, Il disegno di legge di bilancio introduce nel 2020 nuove tasse pari a 6,1 miliardi di euro. Rispetto al totale delle risorse che vengono reperite, escluso l’aumento del deficit, ammontano al 38,7% delle coperture. I dati sono contenuti nel dossier dei servizi Bilancio di Camera e Senato. Tra le maggiori entrate, si legge nel documento, ”si segnalano in particolare quelle tributarie relative all’introduzione dell’imposta sul consumo dei manufatti in plastica monouso (Macsi). Sono stimate per circa 1,1 miliardi di euro nell’anno 2020”. Inoltre si ricorda l’abrogazione della flat tax per i redditi delle persone fisiche oltre i 65.000 euro, per circa 155 milioni di euro. E il differimento della deducibilità, a fini Ires e Irap, per circa 1,3 miliardi.

La manovra sarà complessivamente di 34,8 miliardi

Il disegno di legge di bilancio è da 34,8 miliardi, di cui 20,1 miliardi in deficit. E’ quanto emerge dalle tabelle dei servizi Bilancio di Camera e Senato. Nel dettaglio il ddl prevede interventi così suddivisi. Di maggiori spese correnti per 6,2 miliardi di euro, a cui si aggiungono le spese in conto capitale per altri 4,1 miliardi. Mentre le minori entrate contribuiscono al totale per altri 24,5 miliardi. Il totale della manovra arriva a 34,8 miliardi di euro, finanziata per 5,9 miliardi da maggiori entrate tributarie ed extratributarie. Altri 7,2 miliardi dalle minori spese correnti e 1,6 miliardi dalle minori spese in conto capitale per un totale di 14,7 miliardi di euro. Il resto della manovra, pari a 20,1 miliardi, sarà finanziato in deficit.

La Cgia: troppo elevato il peso del fisco

”Sebbene la manovra 2020 abbia scongiurato l’aumento dell’Iva e dal prossimo luglio i lavoratori dipendenti a basso reddito beneficeranno del taglio del cuneo fiscale, il peso del fisco continua essere troppo elevato. L’ aumento della disoccupazione registrato con la crisi economica sta condizionando negativamente i consumi”. E’ il segretario della Cgia, Renato Mason, a non nutrire un particolare ottimismo sull’andamento futuro dei consumi della famiglia commentando il Report presentato oggi sull’impatto della crisi. “Come dimostrano i dati relativi all’artigianato e al piccolo commercio, è diventato sempre più difficile fare impresa, anche perché il peso della burocrazia e la difficoltà di accedere al credito hanno costretto molti piccolissimi imprenditori a gettare definitivamente la spugna”, prosegue.

E infatti, aggiunge il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo, “i piccoli negozi e le botteghe artigiane faticano a lasciarsi alle spalle la crisi. Queste imprese vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie e sebbene negli ultimi anni ci sia stata una leggerissima ripresa, i benefici di questa inversione di tendenza non si sentono”. Anche nei primi 9 mesi dell’anno infatti, ” mentre nei supermercati, nei discount e nei grandi magazzini le vendite sono aumentate dell’1,2 per cento, nelle botteghe e nei negozi sotto casa la contrazione è stata dello 0,5 per cento”, conclude.

 

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