Luca Sacchi, il dolore del padre. I legali: «Aveva scoperto qualcosa che non gli andava giù»

22 Nov 2019 9:41 - di Redazione
Sacchi

Il padre parla. E negli occhi si legge lo strazio che ha dentro. I legali avanzano l’ipotesi: Luca Sacchi poteva aver scoperto qualcosa. Un qualcosa che non gli andava giù. E per questo è stato fatto fuori in modo brutale. Ospite di Porta a Porta c’è Alfonso, il genitore del 24enne ucciso con un colpo di pistola in testa davanti a un pub in zona Appio Latino. Un mese fa la tragedia. «Ho sognato Luca questa notte», ha raccontato il papà. «Ne parlavo con mia madre qualche giorno fa. Le ho chiesto perché non riuscissi a sognarlo. Mi ha detto: Dicono che debba passare un mese perché diventi angelo. Poi si sogna. Pensavo fossero dicerie del nostro paese, in Abruzzo».

«Ma stamattina», ha aggiunto, «alle 10 mi sono svegliato piangendo. L’ho visto nella stanza, gli ho chiesto che facesse lì, se non gli facessero male le braccia per i colpi ricevuti. Mi ha detto che stava bene, che si sentiva sollevato. Voglio stare qua, non so se andrò in cielo, mi ha detto. Ma fammi una cortesia: dì a mamma che non pianga più…».

Nel salotto tv di Bruno Vespa, insieme ai suoi legali, ha detto: «Le ceneri sono nella sua stanza, è giusto che sia così. Lui è stato sempre con noi, lo abbiamo messo dentro un vaso di porcellana. Lo abbracciamo e ce lo baciamo, e un po’ sembra come se sia tornato a casa».

«Quella sera Luca è sceso di casa, Federico (il fratello minore, ndr) stava provando sulla via di casa uno scooter. Era uscito da solo, a piedi. Anastasia non c’era. Alle 23, ero al ristorante, mi ha chiamato un amico dicendomi che c’era stato un incidente, che Luca era caduto da un muretto. Non mi poteva dire che gli avevano sparato in testa». La disperazione di Alfonso Sacchi si tocca con mano.

Il suo è un dolore infinito. «Non so perché sia successo», ha continuato. «Anastasia è stata con noi, solo la prima sera è andata a dormire a casa. Poi la mattina è venuta a casa, è uscita alle 8, è tornata ancora una volta dopo un’oretta, e non l’ho più vista».

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