Lara Comi cinque ore davanti al gip. «Non ho commesso alcun reato»

18 Nov 2019 18:32 - di Redazione
lara comi

Più di 5 ore. Tanto è durato l’interrogatorio di garanzia a Lara Comi, l’ex europarlamentare di Forza Italia da giovedì agli arresti domiciliari per l’inchiesta “Mensa dei poveri”.

Interrogatorio di garanzia per la Comi

«La Comi non si riconosce nella rappresentazione che le è stata fatta di soggetto che non ha rispetto delle regole. Ha risposto a tutto, è convinta di non avere commesso nessun reato». Così ai giornalisti l’avvocato dell’ex eurodeputata, Giampiero Biancolella. Che ha fatto il punto dell’interrogatorio che si è svolto davanti al gip Raffaella Mascarino.

L’esponente azzurra – prosegue il legale – «ha  cercato di difendersi documentando, argomentando, spiegando. Siamo convinti che ci siano tutti gli estremi per revocare la misura cautelare. Ma anche per una declaratoria di insussistenza degli elementi accusatori. È ovvio che è un processo complesso, agiremo nel migliore dei modi».

L’obiettivo è respingere tutte le accuse mosse sul giro di tangenti milanesi. La Comi – ha sottolineato l’avvocato all’arrivo in procura – desidera anche dimostrare che le considerazioni su una sua propensione a non rispettare le regole è completamente destituita di fondamento».

«Abbiamo fatto sentire alla dottoressa Mascarino – ha aggiunto – le registrazioni che provavano che la Bergamaschi (l’avvocato esperta di fondi pubblici europei che ha consegnato in procura il suo cellulare), a nostro avviso, aveva fatto delle affermazioni non veritiere. Abbiamo prodotto la documentazione di Aliverti che dimostrava che aveva svolto le attività, abbiamo prodotto le mail del Parlamento europeo».

Nessuna richiesta di revoca dei domiciliari

Al momento nessuna richiesta di revoca della misura domiciliare. Il difensore ha spiegato di avere prodotto al gip  la documentazione necessaria alla difesa della Comi anche se  – ha detto – «abbiamo ancora tempo per decidere e valutare se chiedere la revoca direttamente al giudice».

Tre gli episodi contestati alla ex rappresentante azzurra in Europa. Uno riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, da parte di Afol. La Comi è anche indagata per una consulenza, ritenuta fasulla, da 31mila euro incassata da una società del presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Infine una presunta  truffa ai danni del Parlamento europeo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • elio lombardo 19 Novembre 2019

    auguro alla simpatica Comi di poter dimostrare di essere estranea ai fatti addebitategli.