Lara Comi arrestata: l’ex eurodeputata di Forza Italia accusata di tangenti. Le intercettazioni

14 Nov 2019 9:03 - di Redazione
lara comi

Ai domiciliari l’ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Tre le misure cautelari, di cui una in carcere applicate dai finanzieri in seguito all’esecuzione di un’ordinanza del gip di Milano. Si tratta della seconda fase dell’inchiesta “Mensa dei poveri”. Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

Lara Comi, le intercettazioni

Secondo gli investigatori, l’ex parlamentare sapeva di essere nel mirino degli inquirenti e di poter essere indagata. In una conversazione intercettata cerca di concordare versioni da fornire a giornalisti e magistrati. «Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l’accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono…», dice  Lara Comi rivolgendosi a Maria Teresa Bergamaschi. All’amica – con cui tesse affari nel gennaio scorso – consiglia di utilizzare “Telegram che è più comodo” e consente la distruzione dei messaggi, quasi a comunicare la paura di essere intercettata. Comi suggerisce anche di non rispondere a telefonate “sospette”: «Se dovessero chiamarti non rispondere né al telefono, né agli sms poi ti spiego».

Sette in totale i capi di imputazione, tutti tranne due già contestati agli indagati nei mesi scorsi. Cinque di questi riguardano la posizione di Lara Comi che si ritrova indagata per corruzione rispetto a una consulenza che l’avvocato ligure Maria Teresa Bergamaschi ha incassato dalla Afol di Zingale. Oltre a ciò, l’ex eurodeputata, che dopo gli arresti di maggio ha dismesso ogni carica, è accusata di due truffe ai danni del Parlamento europeo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • maurizio pinna 14 Novembre 2019

    Non dispongo nè di competenza nè di merito per commentare lo specifico, ma, in ogni caso, sarei più convinto se il modello giudicante fosse quello USA:
    Il criterio principale per la nomina alla carica di giudice federale è rappresentato dal curriculum professionale e accademico globale del candidato, che non deve sostenere alcun esame, ma dovrà invece compilare una imponente quantità di moduli nei quali esporrà nel dettaglio le proprie qualifiche personali e professionali, specificando gli studi superiori effettuati, le esperienze di lavoro, gli scritti pubblicati, l’impegno intellettuale, le cause o i processi giudicati, le attività esterne. Il candidato dovrà inoltre sostenere colloqui approfonditi; saranno svolte indagini sui suoi trascorsi, e dovrà poi rispondere alle domande del caso.