La rivincita di Crespi: al suo film “Terra mia”, “scartato” a Venezia, il plauso e i premi del sud

19 Nov 2019 11:04 - di Bianca Conte
Il regista Ambrogio Crespi

Ambrogio Crespi, regista di Terra Mia, non è un Paese per Santi, ha fatto dell’impegno civile la sua cifra stilistica. Il suo distintivo di riconoscimento autoriale e sociale. Non è un caso, allora, che proprio la sua ultima fatica d’autore, il docufilm che mette in scena la sfida di donne ed uomini della porta accanto contro la criminalità, la camorra e la Ndrangheta, abbia ricevuto il plauso della critica di settore. Una rivincita personale e culturale dopo l’esclusione dalla Mostra di Venezia…

Ambrogio Crespi, regista di “Terra mia, non è un Paese per Santi”

E, tra gli altri, il premio del Festival Internazionale del cinema di Salerno. Oltre che destinatario di un riconoscimento tributato alla sedicesima edizione del Premio Olmo, andato a coronare l’attività del regista che, da Spes contra spem. Liberi dentro. Passando per Malaterra, Enzo Tortora. Una ferita italiana e fino a Terra mia, ha fin qui denunciato e raccontato il male sociale radicato in special modo nel Meridione. «Il cinema e la tv, le produzioni tutte, hanno il dovere di raccontare la criminalità, per denunciare e costruire una narrazione positiva». Laddove il termine “positivo” sta a indicare la reazione civica e la risposta sociale all”imposizione delinquenziale. «Una sfida – spiegava Ambrogio Crespi e riferiva l’Ansa qualche giorno fa – «che deve partire dal Sud e della Campania».

«Mai arrendersi al male»: l’impegno contro la criminalità al Sud

«Non bisogna arrendersi al racconto del male – ha dichiarato Crespi ritirando il premio a Salerno e come hanno registrato l‘AnsaLa gazzetta di Salerno – sono legittime tutte le produzioni, ma io non mi rassegno al “va tutto male”, all’idea dell’appeal costruito sulle storie negative». quindi ha aggiunto: «Registro al Sud ed in Campania la risposta dello Stato contro la criminalità. L’esperienza di associazioni e giovani contro la camorra, la ndrangheta e la mafia. A questi, nei limiti delle mie possibilità, voglio dare voce. Queste sono le esperienze che devono essere conosciute». Poi, i ringraziamenti di rito: «Un grazie di cuore al Festival Internazionale del cinema di Salerno. Dedico questo riconoscimento ai militari italiani feriti in Iraq. A quei ragazzi che difendono i valori della pace e della libertà lontani dal nostro Paese. «Eroi silenziosi», come li ha definiti il regista. Protagonisti in divisa, rappresentanti dello Stato, ma anche semplici cittadini che hanno il coraggio di reagire. Uomini e donne che Crespi valorizza come artefici e messaggeri di un Paese migliore. E a cui il regista dedica impegno e premi.

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