Iraq, c’è chi non lo vuole ammettere: i nostri militari sono in prima linea contro il terrorismo

11 Nov 2019 16:49 - di Giampiero Cannella
Iraq

Di loro si ha notizia soltanto se qualcosa va male come nel caso dell’attentato a Kirkuk. Prima di allora soltanto gli addetti ai lavori sapevano cosa fosse la “Task Force 44”. Inserita nel dispositivo militare della missione “Prima Parthica”, in Iraq dal 2014, l’unità è composta da un’ottantina di operatori delle forze speciali. Così come nel caso della gemella “Task Force 45” attiva in Afghanistan fino al 2015, l’ossatura è composta da incursori provenienti dai due reparti italiani più antichi e prestigiosi: il 9° reggimento paracadutisti d’assalto “Col Moschin”, erede degli arditi della prima guerra mondiale;  e il Goi, il Gruppo operativo incursori della Marina, continuatori delle gesta della X Mas durante la seconda guerra mondiale.

Iraq, il ruolo dei nostri militari

Addestrati ad essere impiegati in ogni contesto e ambiente, combattono da anni nel Kurdistan irakeno una guerra silenziosa a fianco dei Peshmerga e delle truppe di Baghdad. Ufficialmente sono lì per una missione di mentoring cioè addestramento dei militari indigeni. Ma a differenza del semplice training, il concetto di mentoring implica qualcosa in più della semplice teoria o delle esercitazioni in caserma.

Il “mentorizzatore” accompagna gli “allievi” sul campo, in azione e li assiste in caso di necessità. Un modo diplomatico per dire che le nostre forze speciali hanno più di una volta portato a termine con successo missioni “combat”. Come nel 2017, durante l’offensiva di Mosul. In quel caso gli incursori italiani entrarono in azione insieme ai colleghi degli altri paesi Nato nell’area di Hawaija. Contribuendo a stanare i miliziani dell’Isis e a liberare l’antica città irakena. Andò tutto bene e per alcuni di loro ci furono anche delle decorazioni, in cerimonie militari ristrette senza riflettori e stampa.

In prima linea contro il fondamentalismo islamico

Il drammatico attentato in Iraq ha riaperto la polemica sull’opportunità delle missioni all’estero. L’impiego della Task Force 44 non è soltanto un contributo fondamentale per la formazione delle forze armate irakene. E’ soprattutto la prima linea di difesa contro il terrorismo fondamentalista. I ragazzi delle nostre forze speciali, insieme all’intelligence, combattono ogni giorno contro i resti di Daesh incalzandoli sul loro terreno per impedirgli di colpire nelle nostre città.

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