Grillo indica la retta via. Alleluja, è l’unico anziano che può farlo: il “razzismo anagrafico” dei 5s
Giubilo grande in casa pentastellata. Alleluja, alleluja. Beppe Grillo è calato sulla scena a indicare la retta via. Che, ha chiarito, sta nella svolta a sinistra. E giù tutti (o quasi) ad applaudire e a ricordare i grandi insegnamenti ricevuti, primo fra tutti: “Rompere i coglioni”. Ma non a lui, per carità. Metterlo in discussione è azzardo che in pochi si concedono, anche se per farlo bisogna continuare a sciropparsi l’ormai indigeribile Di Maio.
Perché poi, con Beppe, va così. Devi amarlo e ossequiarlo per quello che è, per quello che dice in quel momento, che altrimenti dovresti farti di psicofarmici e droghe pesanti. Perché poi, con Beppe, non sai mai dove tirerà il vento e allora meglio non stare troppo a sottilizzare. Tipo quando benediva l’alleanza con la Lega e ora ci mette sopra “la pietra tombale”, come diversi notabili hanno commentato in queste ore. Oppure, come quando, storia di appena un mese fa, diceva che agli anziani bisognerebbe togliere il voto perché sono “meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche”. E ora, invece, te lo ritrovi che ti dice lui, 71enne, che il futuro con la sinistra sarà radioso e che “io sono euforico, dobbiamo essere straordinariamente euforici”, perché “c’è da riprogettare”.
Per i suoi adepti Grillo va preso così, senza interrogarsi se il suo sia un problema di doppia personalità, di Alzheimer o solo di opportunismo fanfarone. D’altra parte, pure questa lezione qua l’hanno imparata parecchio bene: fare le giravolte. Logiche, politiche, valoriali. Che importa? Con la giusta dose di maalox tutto si può digerire, purché – va da sé – il banchetto sia lauto. Applausi a scena aperta, dunque, a questo anziano che non solo vota, ma ti dice pure cosa fare. Poi – vabbè – ti manda a chiedere “l’elemosina” agli elettori, ma intanto ti ha salvato la poltrona.
Si è fatto consigliare che facendo cadere il governicchio, non potrà avere più i soldi delle comparse mensilmente, così dovrà ritornare nei cabaret.
Se ho capito bene quanto affermato da GRILLO, lui ha assicurato, confermando Di Maio capo politico dei 5stelle, di avere fiducia anche perchè s’impegnerà a stargli vicino. Non immaginavo che il leader del M5S istituisse così una nuova figura politica, cioè un “tutor” per i suoi ministri. Di Maio non si sente mortificato?