Giorgia Meloni al 40% nella fiducia degli italiani, supera anche Salvini. E FdI va oltre il 10 per cento
Novembre magico per Giorgia Meloni. Supera per la prima volta Matteo Salvini nel gradimento dei leader. La presidente di FdI è al 40 per cento nella fiducia degli italiani. Seconda solo a Giuseppe Conte, che è al 40 per cento. Salvini terzo al 37 per cento, tre punti sotto. A seguire Franceschini con indice 27, Bellanova e Speranza appaiati a 23, Zingaretti stabile a 20, quindi Di Maio con 18 (in calo di 6 punti), Berlusconi con 17 (-1) e Renzi con 10 (-6).. E’ la fotografia che viene fuori dal sondaggio di Pagnoncelli per il Corriere della Sera.
La fiducia nel governo in questo clima burrascoso delle settimane scorso è limitato: solo il 37% approva l’esecutivo (+1%). Cresce invece la maggioranza (52%) che si esprime negativamente (+2%) sul governo Conte. Il risultato di Giorgia Meloni giunge a cornamento di un percorso politico, coerente e lungimirante, frutto di lavoro, preparazione, presenza sul territorio. In sintonia con le esigenze di una folta schiera di categorie professionali che si sentono abbandonate dalle politiche economiche del governo. In un mondo di banderuole la corenza è ancora un valore per a maggior parte degli italiani.
Sondaggio Pagnoncelli: boom di FdI
Riguardo alle intenzioni di voto il sondaggio fa registrare alcune variazioni di rilievo: la Lega pur mantenendosi al primo posto con il 31,9% delle preferenze perde 2,4%; il Pd con il 18,1% aumenta di 0,9% avvicinandosi al risultato delle Europee nonostante l’uscita di Renzi; al terzo posto si colloca il M5S con il 16,6% (in flessione ulteriore di 1,3%). Quindi Fratelli d’Italia per la prima volta in doppia cifra (10,6%, in aumento di 0,8%) nelle rilevazioni di Pagnoncelli. Precede Forza Italia, sondata stabilmente al 6,2%.
Continua il trend negativo per Italia viva di Renzi, quotato al 5,3%, in in flessione dello 0,9%). Le briciole a tutti gli altri. Europa verde e Azione di Calenda appaiati al 2,3%, Sinistra italiana con il 2% e +Europa con 1,2%. Ancora alto il numero di coloro che manifestano l’intenzione di astenersi o si dichiarano indecisi su chi votare: oggi rappresentano il 40,5%, si legge nel sondaggio Pagnoncelli.
Una vera vergogna che nei sondaggi di Pagnoncelli gli italiani abbiano preferito l’inetto Speranza ( portaborse e di fatto segretario di Bersani al posto della “tangentista”precedente segretaria) su Renzi (uno dei pochi politici intelligenti dell’ultima generazione).Ridicolo ,sondaggi pilotati?
Bene così, la battaglia contro lo Stato ladrone in tutte le sue articolazioni, contro la burocrazia invasiva e costosissima, contro la svendita del Paese alla UE a danno dei risparmiatori privati sta pagando………………la gente comincia a rendersi conto che per anni si è fidata e ha votato per dei criminali politici ed economici.
In Italia quanti conoscono la Bellanova o lo Speranza? E il 24% li considera il miglior leader??
Provo molto piacere nel veder confermare dalla realtà le mia scelta di votare lo scorso anno per Giorgia Meloni dopo dieci anni esatti in cui mi sono mantenuto ben distante dalle urne. L’ultima volta nel 2008 votai per AN, come ho fatto a partire dalla svolta di Fiuggi. E’ bastato soltanto un lasso di tempo temporale di 6 mesi per fare la mia scelta durante i quali mi sono dedicato a seguire la campagna elettorale di Giorgia Meloni in cui ha espresso e fatto intuire il programma del partito a cui tutti i sondaggi assegnavano una percentuale tra il 2/3%.
Da quel momento ho dedicato un po’ del mio tempo a eseguire dei calcoli spannometrici sulla reale potenzialità di crescita.
Arrivati a questo punto occorre soltanto lo shock della scelta dell’economista da me suggerito più e più volte, oltre ovviamente a portare avanti la propria strategia a livello strettamente politico del partito, per trasformare il successo sino ad ora ottenuto in una marcia trionfale costante e molto duratura nel tempo andando ad intercettare le aspirazioni pure della gran parte di quel 40,5% rappresentante l’area del non voto. La famigerata maggioranza silenziosa che giustamente pretende di essere ascoltata per le proprie aspettative fatte di bisogni quotidiani oltre ad essere frutto di propri pensieri. E’ ovvio che occorrerà molta sensibilità per cogliere anche tutti gli umori derivanti appunto dai bisogni consci e inconsci che esistono.
Se Giorgia e la classe dirigente di FdI seguirà questi miei semplici suggerimenti il partito è destinato a crescere seguendo una progressione geometrica e per tutti altri partiti non ci sarà scampo.