Dresda, è “stato di emergenza nazismo”: tutti si allarmano, ma nessuno si chiede perché
“Un atto più simbolico che altro ma che in Germania rievoca i fantasmi di un passato spaventoso”. Lo sottolinea l’Osservatore Romano nel commentare la del Consiglio comunale di Dresda che proclama lo “stato d’emergenza nazismo”. Nella città capoluogo della Sassonia ricorda il quotidiano d’Oltretevere, “l’ultradestra di Alternativa per la Germania ha appena incassato un successo elettorale record”.
“La risoluzione – riporta il quotidiano d’Oltretevere – motiva il ‘Nazinotstand’ con il fatto che ‘azioni e atteggiamenti antidemocratici, anti-pluralisti, contrari all’umanità e di estrema destra che arrivano fino alla violenza vengono apertamente alla luce a Dresda, in maniera sempre più forte'”.
Il quotidiano della Santa Sede dovrebbe però dire qualcosa di più. Perché, se a Dresda, è “emergenza nazismo” non è solo per motivi legati alla contingenza politica. Ma per qualcosa di più e di più profondo. L’Osservatore dimentica (o finge di dimenticare) che Dresda rimane il simbolo storico dei crimini di guerra alleati. Perché un un vero crimine di guerra fu il bombardamento della “Firenze sull’Elba”. Un bombardamento effettuato quando la Germania era già, di fatto, sconfitta. Un bombardamento che non aveva alcuna spiegazione militare o strategica. Un’azione svolta con bombe incendiarie, che provocò una strage spaventosa. E che non aveva altro scopo se non quello di una “vendetta” contro la Germania. Fu niente altro che un atto di terrorismo. Un atto pianificato in modo speciale dal Bomber Command britannico. Al solo scopo di dimostrare la terrificante potenza alleata. E di ammonire i popoli sconfitti riguardo al futuro. Invocare la guerra a nazismo è fuori luogo. Perché il bombardamento di Dresda fu del tutto superfluo. Come tale, fu, appunto, un crimine di guerra. Ma a Norimberga non se ne parlò. In quel processo furono giudicati solo gli sconfitti.
A tutto ciò aggiungiamo anche 44 anni di comunismo. Perché stupirsi oggi?
Già, è vero. Poi non dobbiamo stupirci se quando gioca la l’Austria a San Siro, la squadra viene fischiata ricordando le cinque giornate di Milano del 1848 o se i turisti romani vengono aggrediti per strada nel sud della Francia, ricordando cosa ha fatto Giulio Cesare a Vercingetorige nel 46 Avanti Cristo. Giusto, perchè stupirsi?