Di Maio nello sconforto: «Lavoreremo per mettere qualche consigliere…»
La crisi è scoperta, il movimento in subbuglio e Luigi Di Maio sempre più sulla graticola. Il giorno dopo il voto sulla piattaforma che lo ha sfiduciato, il leader grillino finge di aver incassato bene. «La cosa importante è che noi siamo sui territori, non possiamo asservire il movimento alle logiche del governo».
Di Maio sulla graticola: i militanti hanno deciso
Da Trapani dove è iniziato il suo tour siciliano, Di Maio risponde indirettamente all’assalto di Roberto Fico. Che oggi ha parlato apertamente di un movimento che ha tradito la vocazione delle origini e da rivoluzionario si è fatto un partito di potere. Come gli altri. La richiesta di collegialità avanzata dagli avversari interni al’indomani della Caporetto in Umbria è ormai superata. Serve un nuovo inizio. Di Maio lo sa bene. E ha convocato l’assemblea dei deputati mercoledì 27 novembre alle 20.30 nell’Auletta dei gruppi di Montecitorio. All’ordine del giorno l’aggiornamento sulla situazione politica
Il rebus delle prossime regionali, Emilia Romagna e Calabria, è sciolto. I grillini andranno da soli senza alleanze con il Pd, una sonora sconfitta per Di Maio che avrebbe preferito una “pausa elettorale”. O una desistenza evitando di andarsi a contare alle urne. Naturalmente prova a fare finta di niente. Parla di un movimento «incredibile», «bellissimo».
E giù con la retorica con la democrazia e della partecipazione dal basso. «Quando i militanti votano – dice – noi sappiamo che si potrà prendere la decisione giusta. Tutti abbiamo dichiarato che serviva una pausa fino a marzo per riorganizzarci. Ma i militanti hanno deciso di no. Niente tatticismi, niente manovre di palazzo». Sostenere il candidato Bonaccini in Emilia? Non se ne parla più.
«Non so quanti voti prenderemo»
Di Maio ricorda che si tratta dell’elezione del presidente di Regione. E non di un voto di fiducia al governo. Ma lo sconforto si legge nel passaggio successivo. «Lunedì sarò in Calabria e in Emilia Romagna perché gli iscritti ci hanno detto che si va al voto e noi ci mettiamo al servizio degli attivisti. Non so quanto prenderemo», dice ai giornalisti. E lo ripete: «Non lo so. Ma lavoreremo per mettere qualche consigliere regionale». Parole che lasciano trasparire sconforto e previsioni disastrose. Dall’esercito di amministratori dei tempi d’oro oggi il ministro grillino è costretto a puntare all’elezione di qualche sparuto consigliere. L’uomo solo al comando è è scoppiato.
Poi si leva qualche sassolino dalla scarpa. «Quando la piattaforma Roussea va nella mia stessa direzione, allora dicono che è pilotata. Quando vota contro la mia opinione, allora è una sfiducia. E quando, invece, vota e non è successo niente, sono troppo pochi gli elettori. Insomma non va mai bene. Eppure grazie a quella piattaforma siamo in parlamento e in Europa o nei consigli regionali».
Mi fa pena. Sta scontando l’alleanza col PD e non gliela perdonano. Quanto era meglio Salvini! Purtroppo ti sei messo Conte tra le scatole che ti ha rovinato.
Lavoreremo per mettere qualche consigliere……. ma non ne avete gia’ abbastanza? Certo che bisogna avere una faccia di quelle…… tosta e’ dire poco.
Non sai quanti voti o bastonate prenderai ? Fossi in te, me ne starei a casa a lavarmi i calzini sporchi. Ha Bologna fa freddo , ma la gente si sono conservate varie cassette di pomodori. Fai attenzione perche’ sono surgelati e duri.
Via loro , arrivano i pesci in barile a cui rammento che in Italia la professione del ciarlatano è espressamente vietata dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) del 1931.