Conte è tentato di mollare? Lo afferma Bisignani: sta per esplodere l’affare Exodus

3 Nov 2019 17:15 - di Redazione
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Giuseppe Conte sta riflettendo sulla strada che gli conviene intraprendere: mollare la poltrona prima del fallimento totale e diventare una riserva della Repubblica. Oppure resistere e andare avanti, nonostante le risse continue e il fatto che non sia “scattata l’alchimia con i ministri chiave”.

L’indiscrezione proviene da Luigi Bisignani, giornalista ben addentro ai segreti del Palazzo, che ne scrive sul Tempo. Per Conte, che pensa di essere un “nuovo De Gasperi”, sono cominciati i guai dopo i selfie e i bagni di folla.

Conte, tutti gli ostacoli sul suo cammino

Bisignani fa l’elenco e cita “un esplosivo affaire su attrezzature dei Servizi” che più procure si stanno palleggiando in queste ore. Il primo inciampo per Bisignani “è stato con il Vaticano: nel suo discorso di insediamento bis nessun riferimento all’eutanasia, su cui era attesa una sentenza storica della Consulta. Nei Sacri Palazzi avrebbero gradito una presa di posizione esplicita: non pervenuta. Ora è atteso al varco per i provvedimenti da adottare per le ottantaduemila scuole cattoliche ed i contributi per i giornali diocesani”.

E ancora: “Se Bergoglio non sorride più a Conte, Donald Trump è a dir poco furente. Da Giuseppi non ha avuto la mano promessa. Nel famoso “Russiagate” il suo sodale, il generale Gennaro Vecchione, imposto a sorpresa a capo del Dis, ha fatto implodere lo scandalo in una serie di malintesi. L’ultimo, l’aver tentato di minimizzare, anche con l’aiuto del grande fratello Rocco Casalino, i riferimenti all’Italia fatti in conferenza stampa dal Procuratore generale William Barr”.

“Ma l’inciampo forse più grosso in materia di servizi segreti deve ancora arrivare – conclude Bisignani – e Vecchione non sa proprio come gestirlo. Il Copasir ne chiederà presto conto al Premier: un esplosivo affaire su attrezzature acquistate dai Servizi per le intercettazioni telefoniche, dal nome intrigante “Exodus”, finito in inchieste giudiziarie che più procure si stanno palleggiando”.

Non è da trascurare, infine, il dramma dell’economia. Con una  legge di bilancio che ha scontentato tutti e che rende molto difficile a Conte il compito di improvvisarsi statista.

 

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