California burning, Trump accusa il governatore democrat: “Non ascoltare i tuoi capi ambientalisti”
La California brucia da settimane. Donald Trump attacca il governatore della California, il democratico Gavin Newson, accusandolo di aver fatto “un pessimo lavoro” per gli incendi nel suo Stato. Le autorità californiane hanno reso noto di aver domato il 70% degli incendi che stanno devastando vaste aree dello Stato. In una serie di tweet il presidente americano se la prende anche con gli ambientalisti. E minaccia anche di non dare più fondi federali alla California. “Il governatore della California, Gavin Newsom, ha fatto un pessimo lavoro per la gestione delle foreste. Gli ho detto fin dalla prima volta che ci siamo visti che deve ripulire il sottobosco, malgrado quello che i suoi capi, gli ambientalisti, gli chiedono”, scrive Trump. “Ogni anno – lamenta il presidente – mentre il fuoco dilaga e la California brucia, è sempre la stessa cosa, richieste di aiuti in dollari al governo federale. Basta”.
La California brucia da settimane
E la California continua a bruciare. Pochi giorni fa un ennesimo focolaio è scoppiato nella Simi Valley, a nord ovest di Los Angeles. E ha distrutto in meno di due ore almeno 100 ettari. La violenza delle fiamme ha spinto le autorità ad evacuare l’edificio che ospita la Ronald Reagan Presidential Library. E’ la biblioteca dedicata alla memoria del presidente dove sono conservati tutti i documenti dei suoi due mandati alla Casa Bianca. Anche l’area che la circonda è stata evacuata. I dipendenti della biblioteca hanno comunque sottolineato che l’edificio non sembra essere direttamente minacciato dalle fiamme. Le autorità descrivono l’incendio, contro il quale stanno combattendo almeno 150 vigili del fuoco, come molto veloce, anche a causa delle raffiche di vento a circa 55 chilometri all’ora.
Nuovo attacco dem per il muro di Trump
Dalla California anche altre noie per Tfump. Doveva essere “un muro impenetrabile”, o “la Rolls Royce dei muri”, come aveva detto il presidente americano. Ma a quanto pare non è proprio così. Le nuove sezioni della barriera anti clandestini al confine col Messico possono essere smantellate grazie ad una sega a mano in vendita a 100 dollari nelle ferramenta. Lo scrive il Washington Post, fiero avversario di Trump. Citando agenti di confine, che segnalano diversi episodi nell’area di San Diego, nella California meridionale. A quanto pare, bastano pochi muniti per segare i pali d’acciaio che sostengono i pannelli alti nove metri del muro. Che poi vengono a questo punto facilmente rimossi. Funzionari dell’amministrazione Trump hanno ammesso che “in pochi casi” i trafficanti di clandestini sono riusciti a fare breccia nel nuovo muro da dieci miliardi di dollari.