Calenda e Taradash, lite furiosa a suon di «fesso» e «molliccio». Poi il “blocco” su Twitter

23 Nov 2019 9:47 - di Paolo Sturaro
Calenda

Carlo Calenda blocca Marco Taradash su Twitter. Lo scontro, con la decisione di bannare presa dal fresco fondatore di Azione, dopo uno scambio di tweet con l’esponente di +Europa.

«Capisco avercela con Renzi, ma iscriversi al Pd, minacciare di uscirne, farsi eleggere in Europa, uscirne, rinnegare trent’anni di onorata carriera liberista, e alla fine fondare un partito solo per dire che Renzi è un bullo non è un po’ esagerato?», attacca Taradash.

Stizzito Calenda replica: «Marco non rispondo a questo tweet tra il fesso e il capezzoniano. Se questo è il modo in cui @Piu_Europa vuole collaborare francamente non vedo un gran futuro. Vi auguro una buona strada».

Taradash insiste: «Non rispondo neppure io a questo tweet molto calendiano. Preciso solo che non parlo a nome di +Europa che, essendo un partito, ha voci diverse e spesso discordi. Io tifo per e non contro. E i tuoi insulti ai bulli e ai mollicci mi pare ritardino i nostri comuni obiettivi. Comuni».

La discussione finisce lì. Calenda blocca Taradash. Lui lo scrive e commenta solo “Ahi!”

Da giorni si susseguono gli attacchi ai dem da parte del leader di Azione. Di esempi ce ne sono tanti. «Pd e Italia Viva sono riformisti rammolliti perché hanno paura, sono succubi e tradiscono i loro valori. I riformisti vincono se esprimono un’azione forte come con il governo Renzi che oggi viene tradito proprio da Renzi con la fallimentare alleanza con M5S », aveva detto.

«Sono molte le cose che mi distinguono da Renzi, mai avrei votato per l’abolizione dello scudo penale su Ilva che Renzi aveva messo, creando ora un enorme disastro. Mai avrei dato fiducia a questo governo».

E ancora: «Con questo governo ‘si sono realizzate tutte le cose peggiori che avevamo previsto. Fi è andata nella coalizione nella Lega. Il Pd, indebolito dalla scissione di Renzi, è completamente afono su qualsiasi cosa. Non riesce a tenere il punto su nulla. Prendiamo lo Ius culturae: il Pd ha detto non insistiamo, il che vuol dire non lo facciamo».

Sull’ex Ilva: «Per Conte la mattina Mittal è la multinazionale cattiva che vuole chiudere Ilva, Il pomeriggio è disponibile a tutto. Mi sembra un grande stato di confusione. La strada semplice: rimettere lo scudo, ridare forza al contratto e poi negoziare senza spalle al muro un nuovo piano».

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