Bordata di Calenda a Di Maio: «Dov’era quando si negoziava il Mes? Che modo indegno di fare politica»
Carlo Calenda contro tutti. Stavolta se la prende con Di Maio. Il motivo del contendere, ancora una volta il Mes. Il leader di Azione, dopo aver sviscerato motivi e motivetti alla base della scelta di fondare il suo nuovo Movimento, torna sul nodo del Salva Stati e tuona: «Ma Di Maio dov’era? Stava al governo o no quando si negoziava il Mes? Questo è un modo indegno di fare politica. Indegno di un grande Paese».
La bordata di Carlo Calenda a Di Maio
Poi insiste a rigirare il coltello nella piaga che continuerà a sanguinare a lungo: «Si sollevano dubbi nel momento in cui si negozia e non dopo, come stanno facendo Salvini e Di Maio che erano vicepremier quando si è fatto il negoziato». Laddove, il coinvolgimento nella vexata quaestio del Mes del leader della Lega è a dir poco improprio. Come noto, infatti, Salvini ha dimostrato di essersi sempre detto contrario alla firma del provvedimento. Tanto che sul caso, lo stesso numero uno del Carroccio è intervenuto nei giorni scorsi. Con un duro attacco a Conte. Poi difeso da Di Maio. «L’attuale premier venga in Parlamento a dirci se ha svenduto gli interessi italiani», ha avuto modo di ribadire a più riprese il leader leghista… Ma tant’è: Carlo Calenda è un fiume in piena che straripa sui social. E non solo: delle tensioni nel governo sul Mes il padre nobile di Azione ha parlato anche a margine di un’iniziativa legata al suo Movimento neonato a Roma.
Poi prova a sferzare gli avversari su sanità e campagna elettorale
Si è detto Calenda contro tutti. E contro tutto. Non pago della sciabolata (opportunamente in questo caso) sferrata a Di Maio, il transfugo dal Pd ha anche parlato di pensioni e sanità. O meglio, del taglio di quota 100 in relazione al tema della sanità. Definita da Calenda «l’emergenza numero uno in Italia. La più grande conquista dello Stato sociale» che ci stiamo «perdendo pezzettino per pezzettino. Al Sud Italia è già in larga parte persa. Gli italiani spendono 40 miliardi l’anno per curarsi privatamente». Da qui, per Calenda tra le tante invettive, ne discende una proposta. Quella di Azione: «Tagliare quota 100 e mettere quei soldi sulla sanità». Ma la coperta, si sa, è corta: la tiri da una parte e ti scopre dall’altra. Eppure, in difesa della soluzione da lui individuata, Calenda trova il modo di attaccare gli avversari e fare al tempo stesso propaganda: «Noi discutiamo di cose surreali come fascisti e comunisti. Il Mes… Ma in tutto il mondo le campagne elettorali si fanno sulla sanità». E così, tra una bordata e l’altra, nel criticare Carlo Calenda prova anche a proporre qualcosa…
In questa spèorca storiaccia, l’anima nera è Tria, l’uomo di Mattarella, che ha venduto il risparmio privato degli italiani alla UE per tenere in piedi un rapporto impossibile a queste condizioni………………….adesso il Re è nudo e tutti cercano di prenderne le distanze; come al solito in Italia la vittoria ha 100 padri, mentre la sconfitta è sempre un povero orfanello.
cALENDA, UN FALLITO CHE ROMPE SOLO ….CIO’ CHE PROPONE IL CDX