Berlusconi a Venezia: «È uno scandalo avere bloccato il Mose, è tutto pronto. I 5s tacciano»
Venezia è in ginocchio. E torna drammaticamente d’attualità l’installazione del Mose, la più grande opera idraulica della storia mai conclusa. Tutto fermo sulla scia di polemiche, veti e processi.
Avrebbe dovuto essere completata nel 2022, e oggi è realizzata al 95 per cento. L’opera è stata fermata per gli scandali succedutisi dal 2014. La magistratura e la gestione commissariale del consorzio preposto alla costruzione hanno bloccato tutto.
Berlusconi: uno scandalo fermare il Mose
«È una scandalo che il Mose non sia ancora entrato in funzione». Silvio Berlusconi in visita a Venezia chiede di accelerare l’iter e superare le ostilità dei 5Stelle alle grandi opere pubbliche. Solo il Mose può salvare la città unica al mondo, dice l’ex premier che per primo nel 2001 stanziò i primi soldi per il “progettone“. In pratica, delle dighe mobili che chiudano le tre bocche di porto quando la marea supera i 110 centimetri, proprio come successo martedì sera.
«La partita del Mose è decollata sotto il mio governo, me lo ricordo benissimo – aggiunge – venimmo qui anche per dare una spinta alla velocità dei lavori. E alla fine furono assolutamente tutti convinti che le cose erano così avanti che bisognava continuare».
Venezia non può più aspettare
Venezia non può più aspettare. «Il Mose deve essere realizzato, non manca praticamente nulla, bisogna farlo immediatamente», ha detto l’ex premier al suo arrivo a Piazza San Marco ancora sommersa dall’acqua alta. «Purtroppo finora ha giocato il comportamento dei signori dei CinqueStelle. Soprattutto del precedente ministro delle Infrastrutture con la sua contrarietà di base contro qualsiasi opera pubblica». Il problema delle tangenti è superato. Berlusconi ammette i ritardi per il completamento del Mose provocati anche dall’inchiesta giudiziari ma – dice – «oggi questo è alle spalle. Oggi c’è soltanto una cosa: la volontà politica di continuare con i finanziamenti che mancano e togliere di mezzo le difficoltà burocratiche».
L’Unione europea attivi il Fondo di solidarietà
Priorità assoluta: coinvolgere la Ue. «Venezia deve essere aiutata subito», dice Berlusconi che ha resentato una interrogazione al Parlamento europeo per chiedere che la città e i Comuni limitrofi colpiti possano accedere ai finanziamenti del Fondo di solidarietà dell’Unione europea».«Ho appena parlato con il commissario Jahannes Hahn responsabile del fondo di solidarietà Ue. Mi ha garantito la massima disponibilità a sostegno di Venezia e di tutte le zone più colpite dal maltempo in Italia», fa sapere Antonio Tajani tramite Twitter.
Brunetta: con il Mose non sarebbe successo
Un veneziano doc come Renato Brunetta punta i riflettori sui colpevoli ritardi sul Mose. «Se ci fosse stato – spiega in un’intervista l’ex ministro – la marea non sarebbe arrivata a 187 centimetri. Quattro o cinque ore prima che l’acqua alta travolgesse tutto, i cassoni del Mose si sarebbero sollevati a proteggere la città dalla mareggiata». L’acqua, secondo le prime stime dei tecnici, si sarebbe fermata a 130 o 140 centimetri. Fino a 140-150 centimetri non provoca forti disagi. «Andando oltre ogni centimetro in più diventa distruttivo. Ecco perché ieri – dice Brunetta – ho chiesto in Aula a Montecitorio che le istituzioni e la politica tornino ad occuparsi di Venezia. Devono occuparsene subito, perché così moriamo».
chi ha fermato il “MOSE”? i magistrati…..