Turchia, Macron mette all’angolo l’Italia. Ma Conte pensa a vantarsi della telefonata a Erdogan

18 Ott 2019 17:16 - di Federica Parbuoni
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In conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio europeo, Giuseppe Conte si è voluto ritagliare un ruolo da protagonista nella ricerca di una soluzione alla crisi siriana. Il presidente del consiglio italiano ha raccontato i toni della «lunga telefonata» di ieri con Erdogan. Ha riferito di avergli detto che l’attacco nel nordest della Siria «è un grave errore politico» e che la Turchia «si condanna all’isolamento». Mentre Conte si vantava della fermezza della sua telefonata al “sultano”, però, altrove si giocava una partita che parla di un altro isolamento. Quello italiano.

L’asse Francia, Germania, Gran Bretagna

A Conte costretto a spiegare che da parte dell’Italia «non c’è nessuna ipocrisia» e che «perseguiremo sempre una soluzione pacifica», faceva da contraltare Emmanuel Macron che entrava nell’operativo. Conte raccontava di telefonate e Macron di accordi presi con Angela Merkel e Boris Johnson per incontrare Erdogan nelle prossime settimane. E per dare vita a un coordinamento anche con Donald Trump e Vladimir Putin. Insomma, mentre l’Italia rivendica telefonate, Francia e Germania, con tanto di accordo con l’uscente Gran Bretagna, si ritagliano il loro spazio nella gestione della crisi. Puntando al bersaglio grosso: la Nato.

La Turchia e il ruolo della Nato

Sempre Macron, infatti, ha spiegato che l’incontro tra i quattro leader aiuterà a «raggiungere coerenza» su quello che l’Alleanza transatlantica militare della Nato «può e deve essere in questo momento». L’attacco della Turchia contro le forze curde che hanno combattuto lo Stato islamico «solleva questioni su come funziona la Nato», ha detto Macron. Il presidente francese, inoltre, ha sottolineato con fastidio di aver appreso «con un tweet, come chiunque altro» del ritiro degli Usa e dell’offensiva della Turchia.

Le ambizioni di Macron

«Credo che quello che è successo negli ultimi giorni sia un grave errore da parte dell’Occidente e della Nato nella regione. Credo – ha aggiunto – che indebolirà la nostra credibilità a lungo termine per cercare partner sul terreno che combattano al nostro fianco, pensando che saranno protetti nella lunga durata». Il presidente francese, quindi, ha sottolineato che è necessario «comprendere dove la Turchia voglia andare e come riportarla ad una posizione ragionevole che permetta di combinare la sua sicurezza interna, i suoi obiettivi di sicurezza interna con il rispetto dell’agenda e della solidarietà che deve esistere all’interno della Nato».

 

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