Trapianto di vertebre umane: primo caso al mondo al Rizzoli di Bologna. Nuove speranze nella lotta ai tumori

15 Ott 2019 17:40 - di Redazione
aggressioni ai medici

È il primo trapianto al mondo di vertebre umane. È stato realizzato all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. L’operazione è stata eseguita lo scorso 6 settembre, su un paziente di 77 anni, colpito da un cordoma. Una forma di tumore osseo. Una parte della colonna vertebrale è stata sostituita con quattro vertebre umane. A guidare l’équipe medica c’era Alessandro Gasbarrini, il direttore della chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli. Lo stesso medico che ha ideato un metodo per curare i tumori usando la stampante 3D. A fornire le vertebre umane da sostituire è stata la banca del tessuto muscolo-scheletrico della Regione Emilia Romagna. Lì è contenuto oltre il 50% del tessuto da donazione usato in Italia.

Trapianto di vertebre umane, l’intervento

Nel corso del trapianto di vertebre umane, quelle malate sono state rimosse e sostituite con quattro di quelle presenti nella banca del tessuto. «Il paziente sta molto bene – ha detto Gasbarrini – è stato dimesso. È stato da noi circa un mese». L’anziano dopo i 15 giorni del controllo post operatorio, è stato trasferito «in un altro reparto di fisioterapia. Lì è stato rimesso in piedi ed in condizione di avere una vita il più normale possibile. Poi quando era in condizioni di farlo, è tornato dai suoi affetti».

Lotta ai tumori

L’operazione apre dunque una nuova frontiera nella lotta ai tumori. Fino ad oggi, per i casi di sostituzione di vertebre si era fatto ricorso alle protesi in carbonio, titanio. Una protesi al titanio avrebbe complicato il trattamento del tumore, che richiede sedute di radioterapia. Il tessuto muscolo-scheletrico è stato prelevato da un’équipe del Rizzoli secondo le modalità della Rete dei trapianti.

Parla Gasbarrini

«Abbiamo ricostruito la colonna vertebrale del paziente nel modo più simile alla conformazione naturale. Ripristinando un’anatomia perfetta grazie all’impianto di un osso con struttura identica a quello che abbiamo dovuto togliere a causa del tumore – ha spiegato a Repubblica  il dottor Gasbarrini –. Per ogni paziente dobbiamo individuare la soluzione migliore, in considerazione del percorso di cura e delle esigenze individuali. Sostituire tessuto umano con tessuto umano è in linea generale quanto c’è di meglio per l’organismo, e questo vale anche per le ossa».

L’innovazione

«Non sempre è la soluzione possibile, e quindi è necessario ricorrere ad impianti di materiali artificiali. Per quanto riguarda le vertebre – ha aggiunto – fino ad oggi sono state sostituite con diafisi di femore. Quindi da un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella della vertebra e una minore possibilità di integrazione. L’impianto delle quattro vertebre nel paziente ci avvicina all’obiettivo di una perfetta fusione con la sua colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con radioterapia, che non sarebbe stata compatibile ad esempio con una protesi in titanio».

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