Terrorismo e Brexit, Tajani lancia l’allarme: i servizi inglesi ci hanno già allertato
Allarme di Antonio Tajani su Brexit e terrorismo. “Le proposte britanniche rischiano di trasformare la frontiera in una sorta di confine dove tutto può passare. Ossia prodotti agroalimentari, animali, industriali, farmaceutici nel mercato interno dell’Ue creerebbero danni enormi a tutto il sistema produttivo”. Così Tajani, presidente della commissione Affari costituzionali del Parlamento Europeo, che esamina le bozze di accordo con Londra. Alla domanda sui rischi di un possibile riarmo da parte dei gruppi terroristici Tajani ha confermato il pericolo. ”Certamente. I servizi britannici hanno segnalazioni di attività per raccogliere armi e prepararsi a un eventuale scontro militare. Se faremo un buon accordo questi pericoli verranno scongiurati. In genere gli accordi migliori si fanno all’ultimo istante”.
Il terrorismo è sempre in aqquato
Comunque se entro il 19 ottobre non sarà trovato un accordo tra Regno Unito e Unione europea, il premier Johnson invierà a Bruxelles la lettera per chiedere il rinvio. Lo prevede la legge anti no deal approvata nelle scorse settimane dal Parlamento di Westminster. A confermarlo sono i documenti inviati dal governo di Londra alla Court of Session, il massimo tribunale scozzese. Questo per difendersi dal ricorso presentato da alcuni attivisti e parlamentari anti Brexit che chiedono alla corte di imporre a Johnson il rispetto del Benn Act la legge anti no deal. Downing Street, riporta la Bbc, non ha voluto commentare la notizia, ribadendo ancora una volta che il regno Unito uscirà dall’Unione europea il 31 ottobre, come previsto dall’attuale scadenza della Brexit.
La Ue: proroga se Londra lo chiederà
Una richiesta di proroga della Brexit da parte del Regno Unito è preferibile ad un’uscita dalla Ue senza un accordo. Lo ha detto il premier irlandese Leo Varadkar, ritenendo questa ipotesi migliore, rispetto al no deal. “La Brexit non finisce con l’uscita del Regno Unito. E’ solo la fase successiva dei negoziati, ma se il Regno Unito chiedesse una proroga, la prenderemmo in considerazione”.Lo ha detto Varadkar parlando con i giornalisti a Copenhagen, dopo avere incontrato il premier danese Mette Frederiksen. “La maggior parte dei Paesi Ue considererebbero la proroga solamente se ci fosse una buona ragione, ma una proroga sarebbe meglio del no deal”, ha aggiunto Varadkar, affermando che l’obiettivo è “trovare un accordo al Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre”.
Un bel tacer non fù mai detto