Roma, trasporti da barzelletta: autista fa scendere dal bus i passeggeri e carica lo scooter

19 Ott 2019 11:28 - di Redazione

I trasporti a Roma a volte sono da incubo, a volte da barzelletta. Nel secondo caso, però, c’è poco da ridere quando la notizia riguarda dei malcapitati passeggeri. Un autista della linea 982 li avrebbe fatti scendere per caricare il suo scooter sull’autobus in sosta al capolinea della stazione Quattro Venti di Roma, quartiere Monteverde. Per poi andarsene lasciandoli a terra. Questa la denuncia pubblicata ieri su Facebook da Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale per la comunicazione degli Animalisti Italiani. Sidoli ha raccontato l’episodio riguardante un autista di Roma Tpl corredando il post con alcune foto.
«Questo accade a Roma. Un autista della linea bus 982 – ha scritto Sidoli sul suo profilo – ha fatto scendere tutti i passeggeri seduti al capolinea Stazione Quattro Venti. Doveva caricare il suo maxi-scooter, un Honda Silver Wing 400. È avvenuto alle ore 17. Il mezzo – spiega l’animalista – è ripartito con lo stesso autista che non indossava una divisa. I passeggeri, dopo aver atteso circa 10 minuti la partenza del mezzo pubblico, sono stati costretti a scendere. E prendere un altro mezzo di trasporto». Il racconto prosegue con dettagli inquietanti.

Trasporti nel caos grazie alla Raggi

«L’autista dell’autobus in stato di agitazione – punta il dito Sidoli – ha liquidato le persone che si trovavano a bordo con un laconico “l’autobus non parte”». «Avrebbe poi indicato l’uscita per poi occuparsi unicamente del suo due ruote. Il mezzo pubblico è poi ripartito nel senso di marcia della fermata, direzione viale dei Quattro Venti. È una vergogna indecente che ferisce il trasporto pubblico».
Poi la reprimenda all’amministrazione capitolina: «Le scale mobili rotte, i roghi ai bus, i guasti. Roma – sostiene Sidoli – non riesce a offrire, a chi decide di usare i mezzi pubblici, un decente livello di servizio. Per il sindaco Virginia Raggi va tutto bene, ma è evidente a tutti i cittadini che a non funzionare, è la struttura tecnica e la selezione personale. Auspichiamo che l’azienda per la mobilità avvii in tempi celeri un’indagine interna. Bisogna fare luce su questa grave interruzione di pubblico servizio», conclude.

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