Roma, disastro metro. Pensionato cita l’Atac in giudizio: «Rimborsatemi l’abbonamento»
La questione delle stazioni della metropolitana romana chiuse a causa dei problemi alle scale mobili è finita dinanzi al giudice di pace di Roma. Un pensionato di 76 anni, assistito dal Codacons, ha deciso di citare in giudizio l’Atac chiedendo il rimborso dell’abbonamento annuale. Al centro della vicenda c’è in particolare la prolungata chiusura della stazione Repubblica, spesso utilizzata dall’utente.
Atac in giudizio, il pensionato costretto alla “maratona”
Il pensionato collabora con alcuni studi legali della zona e deve raggiungere la Corte Costituzionale la cui sede è in Piazza del Quirinale. Un disservizio che ha causato enormi disagi al cittadino. Per raggiungere gli uffici della Consulta è stato costretto nei 246 giorni di chiusura della stazione a percorrere un tragitto più lungo. Scendeva a Termini e percorreva la distanza a piedi o in bus.
Proprio per questo, ha chiesto un rimborso dell’abbonamento Atac per un importo pari a 70 euro. L’azienda, nel rifiutare la richiesta, ha depositato una memoria che contiene dei passaggi che il Codacons definisce «paradossali». Ha spiegato che «nell’atto depositato dall’Atac si legge che la temporanea indisponibilità di due stazioni della metropolitana non integra alcun inadempimento da parte di Atac ai suoi obblighi di vettore, avendo la società continuato a garantirgli tutta una serie di servizi di trasporto».
Per Atac, quindi, «costringere un utente di 76 anni a percorrere per ben 8 mesi 300 metri in più a causa di una riduzione del servizio non genera alcun disagio». «E non dà diritto ad alcun indennizzo. Proseguiremo la causa dinanzi al Giudice di pace». Puntualizza il Codacons: «Se saranno accolte le nostre richieste, avvieremo analoghi ricorsi per tutti gli abbonati che vivono o lavorano nella zona di Repubblica». E che quindi «sono stati danneggiati dalla chiusura della stazione».