Radio Radicale, scontro ferocissimo Pd-M5S. E Di Maio fa propaganda sulla pelle dei terremotati
La manovra salva Radio Radicale. Tra i 93 articoli della bozza del documento finanziario resi pubblici nelle ultime ore, ce n’è uno che riguarda l’emittente che da oltre quarant’anni trasmette le dirette dal Parlamento, i congressi di tutti i partiti e le udienze dei processi di maggiore importanza politico-sociale. Per gli anni del triennio 2020-2012 è stata autorizzata la spesa di otto milioni per ogni singolo anno. In totale 24 milioni di euro. Un articolo preso subito a pretesto dai 5 Stelle per litigare con il Pd.
Radio Radicale, i 5 Stelle: «È una porcata»
Scoppia un feroce scontro tra M5S e Pd. Luigi Di Maio non riesce a mandare il giù il boccone e fa una vergognosa propaganda sulla pelle dei terremotati. Sulla legge di bilancio «dobbiamo sciogliere un po’ di intese, una di queste riguarda Radio Radicale. Ci sono ancora 8 milioni di euro all’anno per 3 anni a una radio che ha preso già 250 milioni di euro di fondi dallo Stato. C’è l’intesa sulle partite Iva, sul regime forfettario. Sul tema di Radio Radicale, anche 8 milioni di euro all’anno… ma diamoli ai terremotati, alle persone colpite dal sisma». Anche il M5S rincara la dose sul Blog delle Stelle. «#24milioniper Radio Radicale? Non ci stiamo! Diteci voi come utilizzereste questi soldi… Altri 24 milioni di euro di soldi pubblici a una radio privata, che negli anni si è già presa 250 milioni di euro di soldi delle tasche dei cittadini», si legge nella nota dei pentastellati, che annunciano le barricate contro il provvedimento. «Tutti i partiti sono compatti su questo tema» ma «in Parlamento faremo di tutto per bloccare questa porcata». E lo stesso fa Vito Crimi. Ma non tutti sono d’accordo. Come la parlamentare campana M5S Doriana Sarli: «Non condivido l’attacco a Radio Radicale. Fa servizio pubblico».
Lo scontro tra Pd e 5 Stelle
Le repliche non tardano ad arrivare. «Radio Radicale è viva, il M5S, che voleva chiuderla, ha già perso. Il ministro Di Maio se ne faccia una ragione», scrive su Twitter il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. «Le dichiarazioni di Di Maio su Radio Radicale sono vergognose – dice furibondo il senatore del Pd Roberto Rampi – I temi vanno affrontati con serietà e non si mischiano temi come quelli del diritto alla conoscenza e del pluralismo dell’informazione a quelli della vita e della sofferenza di persone come i terremotati». Persone che «non possono e non devono ogni volta essere strumentalizzate in modo becero per pura propaganda politica di fazione. Il ministro Di Maio ha molte questioni importanti di cui occuparsi e a cui farebbe bene dedicarsi interamente. Lasciando a chi ha le competenze seguire altri temi». Su Twitter il dem Filippo Sensi commenta caustico: «Vedo rispuntare il riflesso pavloviano vs @RadioRadicale in casa M5S. Si tratta di democrazia, di pluralismo e diritto all’informazione. Abbiamo vinto questa battaglia quando eravamo all’opposizione; non vorrei tornare a combatterla adesso che siamo maggioranza. Abbiamo già dato».
La replica dei radicali
Non sono solo i dem a rispondere pan per focaccia ai 5 Stelle. Taglia corto Maurizio Turco, segretario del Partito Radicale: «Non è una battuta da uomo di governo». Duro il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova: «Il lupo grillino non ha perso né il pelo né il vizio. L’attacco a Radio Radicale è un attacco alla libertà d’informazione. Il M5S è quello che è sempre stato, una forza eversiva della liberaldemocrazia».