Pusher già condannato per associazione mafiosa percepiva reddito di cittadinanza: arrestato
Ufficialmente non lavorava e, per questo, percepiva il reddito di cittadinanza ma, in realtà, svolgeva un “lavoro” molto remunerativo il pusher. I i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme hanno arrestato così il quarantasettenne Antonio Giampà, solo omonimo della famosa cosca calabrese dei Giampà.
Il pusher già coinvolto in inchieste sulla criminalità organizzata
Inchieste giudiziarie, riguardanti anche la criminalità organizzata, avevano coinvolto in passato il pusher. Finito sotto controllo, era stato notato dai militari delle Fiamme Gialle. Che si erano incuriositi per lo stato di agitazione dell’uomo.
I magistrati avevano già condannato Giampà per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nonostante ciò aveva fatto richiesta del reddito di cittadinanza. E lo aveva ottenuto.
L’uomo era stato condannato per associazione di stampo mafioso
Gli uomini della Finanza del gruppo di Lamezia Terme hanno così perquisito il pusher. E hanno trovato addosso allo spacciattore 10 grammi di cocaina.
A quel punto le Fiamme Gialle hanno deciso di dare un’occhiata anche nell’abitazione del pusher. L’hanno perquisita con l’aiuto delle unità cinofile. Ed è saltato fuori anche un bilancino di precisione elettronico e altra droga, alcuni grammi di marijuana.
Il Tribunale ha revocato il reddito di cittadinanza allo spacciatore
Nei confronti dell’uomo, arrestato dai finanzieri, il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha chiesto il giudizio direttissimo. Al termine dell’udienza il Tribunale di Lamezia Terme ha disposto la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. E ha imposto al 47enne pregiudicato il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione.
Proprio in quell’occasione, i finanzieri hanno scoperto che il pusher 47enne percepiva il reddito di cittadinanza.
Così, su richiesta del pm, il giudice ne ha ordinato l’immediata sospensione.
E’ il primo caso di provvedimento del Tribunale di Lamezia Terme di sospensione del reddito di cittadinanza nei confronti di percettori che vengono sottoposti a misure cautelari personali.
Il buonismo della sinistra, della chiesa, ecco cosa ci porta. Dobbiamo pure aiutarli con le tasse che ci fanno pagare
speriamo che non sia l’ultimo