Professoressa di liceo accusata: «È razzista». Lei nega tutto. Alcuni genitori scatenano l’inferno

7 Ott 2019 9:57 - di Massimo Baiocchi
professoressa di liceo

Condannata a priori. Immediatamente presa di mira. Criminalizzata nonostante lei neghi tutto. Una professoressa di liceo è oggetto di un’istruttoria interna a Livorno. Alcuni genitori hanno segnalato alla presidenza dell’istituto che avrebbe pronunciato frasi razziste in classe parlando del fenomeno dell’immigrazione.

La notizia è riporta da Il Tirreno. In un’intervista pubblicata dallo stesso quotidiano livornese la docente nega tutto. Parla di «accuse infamanti» per le quali è «sotto choc». L’insegnante ha anche scritto una lettera al preside in cui racconta realmente cosa è accaduto.

A sollevare il caso, spiega Il Tirreno, è stato un post su Facebook di una madre insegnante, che è circolato anche su whatsapp. Nel post si afferma che la professoressa di liceo in aula avrebbe accusato gli immigrati di «rubare il lavoro» e di «delinquere più degli altri». A quel punto tre studentesse si sarebbero alzate in piedi per dissentire.

I compagni le avrebbero prese in giro e qualcuno avrebbe fatto anche il saluto fascista. «Mai detto cose del genere», sostiene la professoressa di liceo. «In classe stavano trattando un testo argomentativo sul tema delle migrazioni». Aveva perciò offerto «ai ragazzi due testi» nei quali si esprimevano posizioni contrare e favorevoli. La docente non si capacita di come sia possibile essere arrivati a parlare di frasi razziste. «Stavo esponendo i pro e i contro della questione migrazione, sviscerandoli». E la discussione tra gli studenti «ha generato reazioni diverse». Ma nessuno «ha fatto il saluto fascista o ha detto frasi razziste». Per ricostruire cosa è successo davvero, il liceo ha aperto un’istruttoria interna. Se il fatto fosse confermato, sostiene la vicepreside, «sarebbe molto grave». E sarebbe il dirigente «a prendere i provvedimenti dovuti. Per adesso andiamoci cauti. E’ una questione molto delicata e come tale va trattata».

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