Non tutti gli odii sono uguali. La mozione Segre “dimentica” di censurare quello di classe

31 Ott 2019 14:03 - di Valerio Falerni
Segre

A scanso di equivoci premettiamo di considerare il razzismo un’infezione dello spirito. L’astensione del centrodestra sulla mozione Segre, dunque, non solo non è implicita rivendicazione di xenofobia o antisemitismo ma è, al contrario, un atto a difesa della libertà di tutti. L’unica critica che semmai si può muovere ai suoi rappresentanti è di non aver votato contro. Anche perché, ancora una volta a scanso di equivoci, nessuno deve dimenticare che una democrazia che si difende vietando rinnega Voltaire e uccide se stessa.

Il testo Segre condanna persino il nazionalismo

Persino un bambino si accorgerebbe che inserire il nazionalismo tra le manifestazioni di hate speech (linguaggio dell’odio) è un micidiale imbroglio ammantato di nobili ideali che domani ci impedirà la qualunque col pretesto di difendere quegli stessi nobili ideali. Lo dimostra plasticamente la circostanza di una mozione no hate speech, quella Segre appunto, del tutto priva di riferimenti all’odio di classe. Un’inspiegabile omissione che getta una luce a dir poco sinistra sui suoi veri scopi. La censura e forse qualcosa di più verso chi dissente dal politically correct. Ma lo scontro politico non può essere affidato al codice etico-penale, degno – quello sì – delle peggiori pratiche liberticide.

Intenti liberticidi verso chi dissente dal politicamente corretto

E ancora: siamo solidali con la senatrice Liliana Segre per gli intollerabili insulti che riceve quotidianamente via web. Tuttavia, individuarne i responsabili ed eventualmente consegnarli alla giustizia è compito dello Stato e non di un’apposita commissione parlamentare. Infine, al di là delle intenzioni della proponente, è opportuno ricordare che anche in piena era digitale la via dell’inferno resta lastricata di buone intenzioni. Sempre che alla luce della mozione appena approvata e sempre a scanso di equivoci, uno possa ancora dire che l’inferno esiste davvero.

Commenti

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  • maurizio pinna 31 Ottobre 2019

    Senatrice, lei continua a ripetere che la Storia deve essere insegnata di più: che cosa intende con di più? Un di più condiviso o il suo di più? Ma lei dove era quando la Germania su circa 14mila processi contro delitti nazisti ne mandò nulli 8mila? Dove era quando la Germania reintegrò , per funzionalità, il 70% dei dirigenti nazisti, servizi segreti compresi? In Italia esiste una Costituzione che contempla norme transitorie che il legislatore e la libera interpretazione hanno talmente ristretto da consentire anche la segregazione dei defunti. Da domani, se dei manifestanti esporranno il Tricolore che farete? Li indagherete come pericolosi nazionalisti?